I colossi dell’IT mondiale alla conquista del datacenter

Pubblicato il 03 Apr 2009

Siamo entrati nel pieno della guerra per il controllo del
datacenter aziendale. I contendenti sono Cisco, Ibm, Hp, Dell, Sun,
tra gli altri, e le armi usate si chiamano virtualizzazione e cloud
computing. Consentono ai vendor di offrire pacchetti tutto compreso
alle aziende e di fatto diventare così controllori unici dei loro
datacenter. Con il risultato che questa è una guerra senza
quartiere, dove vecchie alleanze si sgretolano e i vendor competono
a tutto campo e tutti contro tutti.

Le novità si specchiano in numerose notizie degli ultimi giorni:
l’ingresso di Cisco nel mondo dei server, con l’offerta
“Unified Computing” (già nel nome rivela il proprio obiettivo
totalizzante), il lancio di servizi cloud di Sun e le indiscrezioni
su un’offerta, per acquistarla, da parte di Ibm.

L’offerta di Cisco, in particolare, spiega bene l’umore di
questi tempi. È in sostanza un’offerta modulare, di un sistema
di server blade integrati con il networking Cisco 10 Gb ethernet e
capacità di virtualizzazione input/output. “Risponde a
un’esigenza crescente, tra le aziende, e adesso solo in parte
soddisfatta”, spiega Tim Stammers, analista di Ovum. “Le
aziende vogliono grande flessibilità di utilizzo. Cioè non solo
muovere applicazioni tra un server virtuale all’altro, come già
avviene comunemente; ma anche la possibilità di spostare server
virtuali tra un server fisico all’altro”, continua
Stammers.

A tal scopo, è necessario avere una virtualizzazione completa del
datacenter e che coinvolga anche il networking. In altre parole,
“serve quello che Cisco sta offrendo, mettendosi avanti ai
concorrenti: una pacchetto unificato che gestisca tutto, con un
solo fornitore, connettività e server”. Il datacenter, da blocco
spezzettato fatto di server fisici e virtuali diventa un tutt’uno
fluido e malleabile, che consente all’utente maggiore efficienza
e risparmi (le risorse sono ottimizzate, la gestione è
semplificata). “Per l’azienda è un vantaggio economico e una
comodità, inoltre, poter affidare il datacenter a un solo
fornitore. Il rovescio della medaglia, però- dice Stammers- è che
così quel solo fornitore ha un ruolo di controllo su tutto il
datacenter”.

Per Cisco, l’incognita che si apre è un’altra: rischia di
inimicarsi le aziende storiche del settore, che erano i suoi
migliori partner quando offriva solo networking.
Sembra però una tendenza inarrestabile. Secondo Forrester
Research, stiamo arrivando a un nuovo livello di convergenza tra
computing e networking. Su questo terreno si stanno spingendo varie
aziende, tra cui Microsoft, Vmware e Cytrix, dal lato dello
sviluppo di software. Stanno lavorando a un sistema operativo
virtuale per gestire tutto il datacenter come se fosse un solo
computer.

Il fenomeno si sposa con quello definito “cloud computing”: non
importa dove sono le risorse, fisicamente, perché dal momento che
sono messe in rete (in the cloud) sono disponibili ovunque. Il
computing power diventa così un po’ come l’energia elettrica:
può essere acquistata a consumo, dall’utente, che non ha più
bisogno di generarla a casa (di avere propri server).

È un fenomeno a cui molti stanno cercando di abbeverarsi. Di qui
il recente lancio di servizi cloud per le aziende, da parte di Sun
Microsystems e, subito dopo, le indiscrezioni secondo cui Ibm
avrebbe offerto 6,5 miliardi di dollari per acquistare Sun. Il
punto è che il bisogno di offrire servizi convergenti spinge le
aziende a entrare nel terreno altrui. E chi non può farlo con le
proprie competenze, mira ad acquistare aziende che le completino,
come vorrebbe fare Ibm. E come ha fatto Hp l’anno scorso,
comprando l’azienda di servizi Eds.

È anche la crisi a spingere alla convergenza, nota però Gartner.
Il calo dei ricavi obbliga i vendor a espandersi in altri campi,
per soddisfare i target finanziari e le aspettative di Wall
Street.

Ne risulta un polverone di contendenti, in un mercato, quello del
cloud computing, dai confini incerti, tanto che gli analisti lo
valutano con cifre molto discordanti: 56,3 miliardi di dollari per
Gartner, nel 2009 (+21,3%o sul 2008), ma 42 miliardi di dollari per
Idc nel 2012; mentre Merrill Lynch prevede 160 miliardi di dollari
nel 2011. È un mercato fluido come la battaglia che c’è dietro,
quindi, e la sola cosa su cui tutti concordano è che crescerà
molto nei prossimi due anni.

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