“La presa di coscienza di un cambiamento profondo della società e dei meccanismi economici si sta delineando all’interno delle organizzazioni italiane. E c’è grande consapevolezza da parte dei digital leaders della necessità di trasformare i propri processi e modelli di business per rispondere alla rivoluzione digitale.”: questo, in sintesi, lo scenario emerso dall’indagine “Digital Leaders Journey” a firma di Idc e Sap i cui risultati sono stati svelati stamattina a Roma nel corso dell’evento “Digital Leaders Croassroad” andato in scena nella suggestiva cornice dell’Acquario Romano. “L’innovazione non è un fulmine a ciel sereno, ma un processo al cui centro ci sono le persone”, ha detto Matteo Pozzuoli, head of Marketing di Sap Italia nell’inaugurare i lavori della mattinata.
L’indagine ha coinvolto all’inizio di quest’anno i digital leaders di 600 grandi aziende “dove per digital leaders – ha spiegato Fabio Rizzotto, associate vice presidente Research & Consultind di Idc Italia – si intendono i manager coinvolti nelle strategie di innovazione di business e digitale”.
Le aziende italiane – si legge nella presentazione dei risultati della survey – stanno introducendo scenari di trasformazione del modello di business a diverse velocità: 7 Digital Leaders su 10 percepiscono l’esposizione del proprio business alla disruption, anche in settori regolamentati. Vero è però che solo il 10% del campione punta a iniziative disruptive a forte impatto sul modello di business; la maggior parte, il 48%, scommette su interventi mirati a limitato impatto sul modello di business e il restante 42% su strategie progressive ossia graduali di innovazione del modello di business.
Riguardo alla percezione sul futuro il 46% ritiene che entro 3 anni l’azienda sarà in competizione con nuovi attori sul mercato, mentre il 37% considera necessario definire metriche/KPI per misurare il business digitale. E più in generale il 60% è convinto che si debba innovare in modo sperimentale e in scenari incerti.
Sul fronte degli ambiti di innovazione, il 60% si concentra su quella di prodotto/servizio, il 31% nel marketing, il 27% nell’erogazione di servizi, assistenza e supporto, il 26% nel modello aziendale-organizzativo e il 12% a livello più “ampio” di ecosistema.
Secondo Idc e Sap “non solo l’economia digitale sta trasformando i processi e i modelli di consumo, ma lo sta facendo a un ritmo che non ha precedenti. Nuove capacità e velocità sono oggi richieste alle aziende e alle istituzioni pubbliche per misurarsi con il consumatore digitale e dare nuovo valore alla relazione con clienti, utenti e cittadini”. Riflettori puntati anche sulle competenze: il 67% del campione ritiene strategico coinvolgere dipendenti e collaboratori come parte attiva nell’innovazione, il 65% far crescere internamente competenze e attitudini digitali e il 38% la ricerca di competenze e talenti esterni. “Nelle aziende italiane – evidenzia il report – c’è oggi bisogno di attrezzarsi con contributi multipli e team estesi che abilitino un cambiamento sostenibile dei processi, dell’innovazione tecnologica e delle relazioni con ecosistemi esterni – partner, università, start-up – per tracciare e accelerare nuove forme di business”.