Iacovone: “Troppi piani sul digitale. L’Italia riparta da una vision comune”

“La finestra durerà poco, se non cogliamo ora le opportunità fra un anno saremo a dirci che il treno è stato perso”: l’Ad di EY lancia l’appello al governo e all’industry

Pubblicato il 08 Ott 2015

“Non è possibile che sul digitale ciascuno vada sulla sua strada. Tutti hanno un piano, ma ci vuole il piano. È la sintesi che bisogna fare. Il digitale è una finestra che durerà poco, o lo cogliamo ora o l’anno prossimo saremo a dirci che abbiamo perso l’ennesimo treno”. Lo ha detto Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e managing partner dell’area Mediterranea nell’aprire la due giorni di Capri “Digitale per la crescita”, ribadendo quanto già annunciato in un’intervista a CorCom. “Non esiste settore che non possa beneficiare della rivoluzione digitale in termini di miglioramento dell’efficienza, riduzione dei costi, aumento della propria forza sul mercato o sviluppo dei servizi al cittadino”.

“Se non si investe sul digitale ci sarà decrescita – ha detto Iacovone -. Il digitale sta contaminando tutto e la comunità si sta allargando, ma non dobbiamo fermarci alla banda larga. Bisogna ripensare la PA nella logica di rimettere il cittadino al centro”. Fra le sfide più importanti quella della mobilità: “40 miliardi oggi investiti nella mobility genererebbero 30 miliardi di efficienza e 20 miliardi quantificati in tempo recuperato per la produttività”. Una sfida importante, ma affinché l’innovazione dia i suoi risultati “serve un piano strategico”.

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