Gli hackers hanno sferrato un attacco contro il sito dell’Iaea (International Atomic Energy Agency, Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’Onu), prendendo di mira uno dei server e pubblicando online informazioni e indirizzi email riservati.
Lo ha ammesso ieri la stessa agenzia impegnata contro la proliferazione degli armamenti nucleari nel mondo. “Siamo estremamente dispiaciuti – si legge in un comunicato – della pubblicazione di informazioni rubate da un vecchio server che era stato chiuso tempo fa. Le nostre squadre di sicurezza e tecniche stanno continuando ad analizzare la situazione e a fare il possibile per assicurarsi che nessun altra informazione sia vulnerabile” ad attacchi informatici.
Il gruppo di hackers, che si fa chiamare “Parastoo”, ha ammesso la responsabilità del gesto e pubblicato i dati trafugati in un documento Pastebin, applicazione web che permette agli utenti di inviare frammenti di testo, di solito codice sorgente, per la visualizzazione pubblica. Parastoo ha spiegato che gli indirizzi email pubblicati sono di persone che “collaborano” con l’Iaea, affermazione confermata dalla stessa agenzia.
Gli hackers hanno anche fatto intendere le ragioni politiche dietro l’attacco informatico: in vista del nuovo round di colloqui sul nucleare tra Iaea e Iran previsti a Teheran il mese prossimo, Parastoo chiede che i dirigenti dell’organismo delle Nazioni Unite cambino destinazione e vadano in Israele. Secondo i pirati informatici, infatti, Israele, che non è tra i cinque Paesi al mondo autorizzati a possedere armi nucleari, starebbe costruendo proprio questo tipo di armi nel Centro di ricerca nucleare Negev vicino alla città di Dimona.