Accordo Ibm sui 184 esuberi. “Dopo una trattativa complessa, in cui si è arrivati al limite della rottura, è stato raggiunto un accordo tra le parti che trova una soluzione condivisa rispetto alla procedura di licenziamento collettivo e al trasferimento dei lavoratori delle sedi decentrate della divisione TSS”, spiegano i sindacati.
L’accordo prevede che siano bloccati, fino al 31/12/2017, i trasferimenti dei colleghi TSS delle sedi decentrate. In questo senso le parti si sono impegnate ad avviare un confronto dopo l’estate per verificare la situazione dei carichi di lavoro per quelle sedi e ricercare soluzioni condivise al fine di evitare azioni unilaterali dell’azienda.
L’azienda ha sottoscritto che per tutto il 2017 non procederà all’avvio di ulteriori procedure di licenziamento collettivo o di licenziamenti individuali a carattere economico.
A fronte di un aumento da 2000 a 2500 euro lordi mensili dell’erogazione forfettaria prevista per 12 mesi, viene resa obbligatoria l’uscita dall’azienda alle sole persone che raggiungeranno la pensione entro i 12 mesi dal termine del periodo di Naspi. Rimane fermo il pagamento, da parte dell’azienda, dei contributi pensionistici pari a quelli dell’ultima retribuzione per questi ulteriori 12 mesi. Questi lavoratori potranno continuare ad usufruire della sanità integrativa Ibm.
Entro aprile le parti si incontreranno per discutere dei piani di riqualificazione finalizzati alla ricollocazione interna del personale. Fim, Fiom e Uilm si impegnano, sin da ora, ad incalzare l’azienda sul tema della ricollocazione e sullo strumento della formazione.