Ibm scomme sul mercato africano e, per conquistarlo, fornisce soluzioni gratuite. Il gruppo ha sviluppato un’applicazione per il monitoraggio del sistema idrico a Tshwane, in Sudafrica, dove circa la metà della popolazione vive in baraccopoli prive di acqua corrente. Dopo aver inviato una squadra di esperti, ha deciso di donare l’app alla comunità nell’ambito di un più ampio corporate project che partirà a ottobre.
L’applicazione consente ai cittadini di inviare segnalazioni, in forma di text message, su perdite idriche, tubature danneggiate e condizioni di canali.
Obiettivo del colosso informatico è usare la città sudafricana come test e intanto familiarizzare con le autorità locali. “Non stiamo semplicemente dando il nostro denaro – ha commentato Perry Hartswick, architetto del programma Smarter Planet di Ibm – ma stiamo facendo capire che siamo parte dell’Africa”.
Come ha ricordato di recente la Ceo Ginni Rometty, Ibm ha dispiegato quasi 100 squadre di lavoro in Africa nell’ambito del proprio corporate-service programme, ovvero un progetto complessivo che va dalla mortalità infantile alla pulizia delle acque. Per Ibm il continente africano è considerato una priorità, dal momento che intende trarne ricavi fino a 1 miliardo di dollari entro il 2015.