Se c’è una cosa che non manca a Ibm è il contante. Una riprova
della sua capacità di tirar fuori cash, nonostante la crisi abbia
bloccato la crescita del fatturato, è la decisione di Big Blue di
potenziare il suo programma di buyback di 5 miliardi di
dollari.
L’annuncio dato oggi porta il totale della somma messa a
disposizione dall’Ibm per il riacquisto di azioni proprie a 9,2
miliardi, ma l’azienda di Armonk ha in mente di chiedere ancora
più contanti alla riunione del cda di aprile 2010. L’Ibm dice di
aver speso 73 miliardi di dollari in dividendi e buyback dal
2003.
Il riacquisto di azioni proprie è una leva che le aziende usano
per raggiungere i loro obiettivi di guadagno, visto che aumentano
il valore dei titoli rimasti riducendone il numero. E i target di
guadagno che l’Ibm ha fissato sono aggressivi: Big Blue ha alzato
due volte quest’anno la sua previsione per i profitti 2009, con
grande sorpresa degli investitori, visto che il revenue è in
discesa dall’anno scorso.
Un modo in cui il colosso di Armonk spreme più profitti nonostante
la diminuzione delle vendite è adottando il software per
l’automazione di alcune attività e concentrandosi su progetti
come la rete elettrica “smart”, che offrono più ampi margini
di profitto. Attualmente le previsioni Ibm sui guadagni per azione
sono di almeno 9,85 dollari quest’anno, mentre per il 2010 il
target è di 10-11 dollari per share, e Big Blue è convinta di
poter raggiungere l’obiettivo. L’azienda ha chiuso il terzo
trimestre 2009 con 11,5 miliardi di dollari di cash. Il flusso di
cassa libero, segno della capacità di generare ulteriore contante,
è di 3,4 miliardi, contro 1,3 miliardi del terzo trimestre 2008.
Tutto il contrario per il revenue: negli ultimi nove mesi è sceso
di quasi l’11% rispetto a un anno fa.