Ibm, le revenue deludono: l’euro debole “mangia” 500 milioni

Utili superiori alle attese nel secondo trimestre, ma il giro d’affari cresce solo del 2%. La causa? La mancata ripresa della spesa IT da parte delle aziende

Pubblicato il 20 Lug 2010

E’ ancora lenta la ripresa della spesa aziendale in tecnologie,
traino fondamentale della crescita economica, e la trimestrale Ibm
ne è la dimostrazione. E’ questo il commento del Financial Times
ai risultati del secondo quarter resi noti da Big Blue, in cui gli
utili continuano a marciare, ma il fatturato registra performance
inferiori alle aspettative.

Nel dettaglio, Ibm ha riportato utili in rialzo del 9,1%, per 3,39
miliardi di dollari (2,61 dollari per azione), in aumento del 9,1%
rispetto ai 3,1 miliardi di dollari dello stesso periodo di un anno
fa (e al di sopra delle previsioni degli analisti). Invece il giro
d’affari è cresciuto solo del 2%, attestandosi a 23,7 miliardi
di dollari. Gli analisti puntavano su 24,2 miliardi, ma Ibm ha
spiegato che nel trimestre l’impatto delle valute ha intaccato il
fatturato di 500 milioni di dollari.

Big Blue nega che i suoi risultati siano l’indizio di una ripresa
che ancora stenta a prendere piede: “Non c’è stato un
peggioramento della spesa da parte delle aziende nel secondo
trimestre”, ha dichiarato Mark Loughridge, chief financial
officer. Tutte le divisioni del gruppo e tutte le aree del mondo in
cui Ibm opera sono in crescita rispetto ai primi tre mesi del 2010,
ha aggiunto. Tuttavia, nota il Ft, gli investitori non sono del
tutto convinti. In particolare, preoccupa la diminuzione del 12%
nel valore dei nuovi contratti firmati dalla divisione servizi di
Ibm, che rappresenta quasi il 60% delle sue revenue.

Gl executive di Big Blue, al contrario, sono ottimisti. La ripresa
sarà ancora più sostenuta nella seconda metà della’anno, hanno
detto, anche grazie ai nuovi cicli di prodotto nella divisione
hardware: ci sono nuovi mainframe e server high-end che arriveranno
sul mercato nei prossimi mesi e che dovrebbero accelerare la
crescita delle vendite di questo business, che hanno segnato solo
un +3% nel secondo trimestre.

Il Chief executive Sam Palmisano, anzi, ha chiarito che
l’ottimismo sulle vendite di prodotti hardware è tra i
principali fattori che spingono Ibm ad alzare le stime per
l'intero anno: i profitti dovrebbero arrivare "almeno a
11,25 dollari per azione", vicino alle attese degli analisti,
che puntano su un utile di 11,27 dollari.

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