LA VERTENZA

Ibm, Potetti (Fiom): “280 licenziamenti mascherati da trasferimenti”

Il coordinatore nazionale Fiom-Cgil per l’Ict: “Pretestuoso da parte dell’azienda obbligare i dipendenti a spostarsi dalle sedi periferiche a Segrate. Cercare soluzioni alternative”

Pubblicato il 30 Lug 2012

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La Fiom Cgil scende in campo contro la decisione di Ibm di trasferire 280 adetti a Segrate. “Dopo il primo incontro con l’Ibm, svoltosi presso l’Assolombarda, sul tema dei 280 trasferimenti di altrettanti lavoratori dalle sedi periferiche dell’azienda a quella di Segrate (Milano) – dice Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Fiom-Cgil per il settore della Information and communication technology – manteniamo un giudizio fortemente critico nei confronti della società. Infatti, le dichiarazioni aziendali confermano il nostro timore che dietro i trasferimenti si nascondano ingiustificate forzature, per non parlare di veri e propri licenziamenti, nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della stessa Ibm”.

“Riteniamo che la posizione espressa dall’azienda sia sostanzialmente incurante delle enormi difficoltà che procura ai lavoratori che dovrebbero trasferirsi anche a centinaia di chilometri dal luogo in cui si svolge attualmente la loro vita – spiega il sindacalista – La pretestuosità di questa decisione è resa, poi, ancor più evidente dal fatto che l’azienda stessa dichiara di non saper bene a quali compiti questi lavoratori saranno assegnati nella sede di Segrate”.

“Va sottolineato che la grande maggioranza dei candidati al trasferimento ha più di cinquant’anni e che alcuni di questi lavoratori sono portatori di handicap. A ciò si aggiunga che nell’ambito di Ibm Italia ci sono già circa 600 dipendenti che fanno il telelavoro, con le stesse qualifiche e attività di quelli che dovrebbero essere trasferiti, e che anche questi lavoratori – nello svolgimento delle loro attività – interagiscono quotidianamente con colleghi di tutto il mondo. Non si capisce quindi per quale motivo i 280 debbano per forza trasferirsi a Segrate”.

“Abbiamo proposto soluzioni alternative ai trasferimenti, ma l’Ibm è rimasta ferma su questi ‘licenziamenti mascherati’. Per parte nostra ribadiamo quindi che il piano aziendale ci appare totalmente ingiustificato e che intendiamo organizzare iniziative sindacali e legali volte a contrastarlo. Le soluzioni si trovano basta volerlo”.

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