Ibm ha denaro da spendere e lo userà per qualche nuova aquisizione
mirata ad alimentare la crescita delle sue attività nel software,
che già vantano un giro d’affari di 22,5 miiardi di dollari, ma
che Big Blue ha tutta l’intenzione di potenziare. Il senior vice
president Steve Mills ha dichiarato in un’intervista riportata da
Bloomberg che Ibm potrebbe spendere da 100 a 300 milioni di dollari
per qualche nuova operazione sul mercato.
Ibm ha effettuato quasi 50 acquisizioni di società del software
dal 2006 in settori come l’analisi dei dati, l’e-commerce, la
gestione della supply-chain e la computer security, ha ricordato
Mills. Più della metà di queste acquisizioni si sono concentrate
nell’analisi dei dati business, area in cui Ibm ha speso 14
miliardi di dollari. Il colosso di Armonk prevede che i prodotti di
business analytics generanno vendite per 16 miliardi entro il
2015.
Si tratta di una strategia condivisa dagli analisti: “Si sono
mossi benissimo”, commenta Joel Achramowicz della Blaylock Robert
Van, banca d’affari californiana. “Ibm fa le giuste
acquisizioni al giusto momento”.
Ed è una strategia condivisa anche dal mercato. La scorsa
settimana Ibm ha superato Microsoft divenendo la seconda azienda
tecnologica al mondo per capitalizzazione di Borsa dopo Apple.
Negli scorsi mesi, il chief executive Sam Palmisano ha detto che
tra i suoi obiettivi c'è quello di aumentare di 20 miliardi di
dollari il fatturato annuale del gruppo di Armonk entro il 2015.
Acquisire qualche società innovativa potrà aiutare. Ibm cerca
operazioni che le permettano di incassare un ritorno nel giro di
due-tre anni, ha chiarito Mills. “Devono essere acquisizioni
mirate, in linea con i nostri obiettivi e il nostro business,” ha
detto.
Ibm ha generato 99,9 miliardi di dollari di vendite lo scorso anno.
Il software, che ha avuto margini lordi dell’86,9% l’anno
scorso, è al centro dei progetti di crescita della compagnia.