LA TRIMESTRALE

Ibm, cresce il cloud ma per il fatturato è ancora segno meno

Quinto trimestre consecutivo in flessione per le vendite (-3%), sotto le attese di mercato. Superiori alle aspettative, pur se in forte calo, gli utili. Avanzano i business innovativi, che includono software cognitivo e la neo-acquisita Red Hat. Ma serve un colpo di acceleratore

Pubblicato il 17 Ott 2019

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È un trimestre ancora in calo per Ibm, il colosso dell’informatica statunitense impegnato in una massiccia riconversione del business dall’It tradizionale ai nuovi servizi come cloud e calcolo cognitivo. La strategia, fortemente voluta dalla ceo Ginni Rometty e sostenuta con la maxi-acquisizione dell’azienda del software Red Hat, non permette ancora a Ibm di bilanciare il declino nelle divisioni classiche con la crescita nel nuovo. Nel terzo trimestre l’azienda di Armonk ha riportato utili pari a 1,67 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 2,69 miliardi di un anno prima, pur se superiori alle attese. Al contrario il fatturato, sceso del 3,9% a 18,03 miliardi di dollari, delude il mercato, che si aspettava 18,22 miliardi. È il quinto trimestre consecutivo di flessione per le vendite di Ibm.

Frenano i mercati europei

Sul risultato pesa l’andamento debole sui mercati europei: la divisione Global technology services, che fornisce macchine e servizi per i grandi datacenter mondiali e include l’attività mainframe, registra vendite in calo del 5,6% a 6,70 miliardi soprattutto per il ciclo negativo in Uk e Germania. Ibm ha detto di aspettarsi un ritorno a volumi di vendita più sostenuti nel quarto trimestre.

Cresce il cognitive computing

Le entrate dai servizi cloud sono invece in aumento dell’11% a 5 miliardi e hanno aiutato Ibm a battere le attese degli analisi sul fronte della redditività. In crescita anche la divisione software cloud e software cognitivo, che ora include l’acquisita Red Hat e ha totalizzato un aumento delle vendite del 6,4% a 5,28 miliardi. Ibm ha fatto sapere che riporterà solo una porzione delle vendite di Red Hat per alcuni trimestri; riferirà invece il totale delle spese come richiesto dagli standard contabili americani.

Nel secondo trimestre Ibm aveva riportato ricavi per 19,16 miliardi di dollari, in contrazione del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli utili erano aumentati del 3,9% a 2,5 miliardi grazie all’espansione dei margini. La divisione It tradizionale Global technology services aveva registrato vendite in calo (-6,7%) mentre il cloud cresceva del 5%.

Business cloud-native con Red Hat

Sono risultati che ancora non possono soddisfare Ibm, perché i concorrenti del cloud crescono a tassi molto più importanti. La ceo Rometty ha puntato molto sull’acquisizione di Red Hat, la società che sviluppa prodotti basati sul software open-source Linux e che Ibm ha pagato 34 miliardi di dollari nel suo deal più costoso di sempre.

“Con il perfezionamento dell’acquisizione di Red Hat forniremo l’unica vera piattaforma multicloud ibrida aperta del mercato – ha detto la Rometty – rafforzando la nostra posizione di leadership e aiutando i clienti ad avere successo nella seconda fase evolutiva della loro trasformazione digitale”.

Grazie a Red Had Ibm sta già rendendo le sue soluzioni cloud-native ottimizzando il suo portafoglio per la piattaforma Red Hat OpenShift. Ciò darà modo alle imprese di costruire applicazioni critiche per il business che, sviluppate una volta sola, trovano esecuzione su ogni tipo di “nuvola”, privata e pubblica, incluse Aws, Microsoft Azure, Google Cloud Platform, Alibaba e Ibm Cloud.

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