LO SCENARIO

Ict, oltre il 90% dei professionisti impattati dall’AI. Nelle aziende applicazioni GenAI quadruplicate



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In uno studio Cisco l’evoluzione delle competenze: richiesta un’elevata trasformazione per il 40% delle posizioni di livello medio e per il 37% di quelle in ingresso. Capgemini fa il punto sugli investimenti delle imprese: in aumento la spesa nell’80% delle realtà

Pubblicato il 9 set 2024



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L’intelligenza artificiale (AI) sta riplasmando il panorama delle competenze Ict e rivoluzionando le operazioni aziendali. Due recenti studi, rispettivamente di Cisco e Capgemini, evidenziano come l’AI stia influenzando profondamente sia le competenze richieste ai professionisti del settore, sia gli investimenti delle imprese in tecnologie AI generative.

Cisco: trasformazione in vista per il 92% dei profili Ict

Lo studio “The Transformational Opportunity of AI on Ict Jobs” dell’AI-Enabled Ict Workforce Consortium, guidato da Cisco, offre una panoramica dettagliata sugli effetti dell’intelligenza artificiale su una cinquantina di principali profili professionali Ict. Il consorzio, che include aziende leader come Accenture, Google, Ibm, Microsoft e Sap, mira a delineare percorsi di riqualificazione e aggiornamento delle competenze necessarie per operare in un ambiente sempre più dominato da colleghi digitali con capacità simili a quelle umane.

Secondo il report, il 92% dei ruoli Ict analizzati potrebbe subire una trasformazione significativa o moderata a causa dell’AI. I ruoli di ingresso e di medio livello sono i più esposti al cambiamento, con un’elevata trasformazione delle competenze richiesta per il 40% delle posizioni di livello medio e il 37% delle posizioni in ingresso.
L’evoluzione delle competenze include un maggiore focus su un uso etico e responsabile dell’AI, la capacità di creare prompt per l’interazione con l’AI generativa, e una generale alfabetizzazione sull’AI. Al contempo diventeranno meno rilevanti altre capacità, quali la gestione tradizionale dei dati, la creazione di contenuto, la manutenzione della documentazione, la conoscenza di base di linguaggi e programmazione, la ricerca di informazioni.

Creare una forza lavoro inclusiva

“L’intelligenza artificiale è un’opportunità mai vista prima, per far sì che la tecnologia offra in ogni senso beneficio all’umanità; quindi, dobbiamo agire per fare in modo che nessuno resti indietro”, ha commentato Francine Katsoudas, Chief People, Policy & Purpose Officer di Cisco e membro fondatore dell’iniziativa AI-Enabled Ict Workforce Consortium. “Le aziende del consorzio hanno deciso di assumersi collettivamente la responsabilità di offrire formazione e aggiornamento delle competenze a 95 milioni di persone nei prossimi 10 anni. Investire in un percorso a lungo termine permette di creare una forza lavoro inclusiva consentendo a tutti di partecipare e di avere successo nell’era dell’AI”.

Capgemini: un quarto delle aziende integra la GenAI nelle attività

Parallelamente, il report “Harnessing the value of generative AI 2nd edition: Use cases across sectors” del Capgemini Research Institute evidenzia come le organizzazioni stiano rapidamente adottando l’AI generativa, spinte da un aumento degli investimenti e dal valore trasformativo di questa tecnologia: la stragrande maggioranza delle aziende (80%) ha ormai aumentato l’investimento annuale
nella GenAI.

La curva di adozione è aumentata significativamente, con quasi un quarto delle organizzazioni che integra l’AI generativa in alcune delle proprie sedi o attività, rispetto al 6% del 2023. Gli early adopter hanno già iniziato a ottenere vantaggi tangibili, tra cui una maggiore efficienza operativa, una migliore customer experience e un incremento delle vendite.

Da strumento di supporto ad agente indipendente

In particolare, quasi tre quarti delle organizzazioni (74%) concordano sul fatto che l’AI generativa stia contribuendo ad aumentare i ricavi e l’innovazione. Grazie ai progressi della tecnologia AI, si passerà da un ruolo di strumento di supporto a quello di agente indipendente con una migliore capacità di esecuzione, consentendo alle organizzazioni di reinventare il modo in cui operano e di ottenere un valore maggiore dai loro investimenti nell’AI. Questo potenziale di creazione di valore ha contribuito all’emergere dei sistemi multi-agente, una tecnologia in rapida evoluzione con il potenziale di aumentare l’innovazione. Il report indica alti livelli di fiducia negli agenti di AI per compiti specifici come la generazione di e-mail professionali, il coding e l’analisi dei dati. Tuttavia, rivela anche che i dirigenti sono consapevoli della necessità di tutelare la fiducia e la trasparenza sul piano etico nello sviluppo e nell’implementazione dell’intelligenza artificiale.

Necessario creare solide basi in materia di dati

“L’AI generativa sta iniziando a trasformare il business e le organizzazioni stanno già assistendo a una crescita sostanziale dei ricavi, accelerando al contempo l’innovazione. Di conseguenza, anziché concentrarsi esclusivamente sull’ottimizzazione dei costi, le aziende stanno esplorando attivamente nuove strade per sfruttare le sue capacità e favorire la creazione di valore”, commenta Monia Ferrari, amministratore delegato di Capgemini in Italia. “A fronte di un aumento degli investimenti, l’emergere di sistemi di AI più complessi e autonomi segna una nuova era guidata dall’AI generativa che potrebbe cambiare il modo in cui le aziende operano. Affinché il loro percorso verso l’AI possa evolvere, le organizzazioni devono creare solide basi in materia di dati, con processi chiari che consentano di evitarne la frammentazione e favorirne l’integrazione tra le varie funzioni aziendali. Fiducia, trasparenza e responsabilità continueranno a svolgere un ruolo centrale nell’approccio verso questa nuova frontiera dell’AI, che ha il potenziale per fornire un valore significativo nel tempo.”

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