Le informazioni a livello mondiale stanno crescendo in maniera
esponenziale, raddoppiando ogni due anni tanto da raggiungere nel
2011 la quantità di 1,8 zettabyte di dati, superando così la
legge di Moore. Questo il risultato dello studio Idc Digital
Universe, “Extracting Value from Chaos”, sponsorizzato da Emc.
Lo studio è finalizzato a misurare e stimare la quantità di
informazioni digitali create e replicate ogni anno e ad analizzare
le implicazioni per gli individui, le aziende e i professionisti IT
con un enorme impatto a livello economico, sociale e tecnologico
per i big data generando nuove opportunità.
La quantità di informazioni digitali pari, in termini di volume a
1.8 zettabyte di dati, sarà equivalente a tutti i residenti negli
Stati Uniti che inviano 3 tweet a testa al minuto ininterrottamente
per 26.976 anni; oltre 200 miliardi di film HD (della durata di 2
ore ciascuno) — che richiederebbero a una persona 47 milioni di
anni per guardarli tutti ininterrottamente, 24 ore al giorno e 7
giorni alla settimana.
La quantità di informazioni necessarie per riempire 57,5 miliardi
di Apple iPad da 32 GB. Una quantità capace di creare un muro di
iPad, lungo 7mila chilometri e alto oltre 20 metri (che va da
Anchorage, in Alaska, a Miami, in Florida). Costruire una Muraglia
cinese di iPad — due volte l’altezza media dell’originale.
Costruire un muro dell’altezza di oltre 7 metri attorno
all’intero Sud America. Coprire l’86% della superficie di
Città del Messico. Costruire una montagna 25 volte più alta del
monte Fuji.
Questa crescita inarrestabile delle informazioni nasce
principalmente da ragioni tecnologiche ed economiche. Le nuove
tecnologie di organizzazione dei dati stanno abbassando di fatto i
costi di creazione, identificazione ed archiviazione delle
informazioni riducendoli a un sesto rispetto al 2005. Inoltre, dal
2005 gli investimenti aziendali annuali nel Digital Universe —
cloud, hardware, software, servizi, e personale per creare,
gestire, archiviare e generare profitti dalle informazioni – sono
aumentati del 50% fino a raggiungere i 4 trilioni di dollari.
I grandi server, la gestione dei dati e la crescita dei file non
crescono di pari passo con il personale: Idc ha notato come le
competenze, l’esperienza e le risorse necessarie a gestire la
grande quantità di dati e di risorse semplicemente non cresca allo
stesso ritmo di tutte le aree di crescita. Nel corso del prossimo
decennio (entro il 2020), i dipartimenti IT in tutto il mondo
avranno a che fare con: un aumento di 10 volte del numero di server
(virtuali e fisici). Un aumento di 50 volte della quantità di
informazioni da gestire. Un incremento di 75 volte del numero di
file o dispositivi che “incapsulano” le informazioni nel
digital universe, crescendo persino più rapidamente delle
informazioni stesse man mano che aumentano i sistemi embedded, come
i sensori nell’abbigliamento, nei ponti e nei dispositivi medici.
Un aumento di 1,5 volte del numero di professionisti IT disponibili
per gestire tutto.
Oggi il cloud computing rappresenta meno del 2% della spesa IT, ma
Idc stima che entro il 2015 quasi il 20% delle informazioni sarà
"toccato" dai fornitori di servizi cloud: questo comporta
che il percorso di un byte, da chi lo ha originato a chi lo
utilizza, sarà comunque archiviato o processato su cloud.
Probabilmente il 10% verrà mantenuto su cloud.
L’ombra digitale cresce in maniera sostanziale: la quantità di
informazioni che gli individui stessi creano con documenti, foto,
musica ecc – è di gran lunga inferiore alla quantità di
informazioni che vengono create sulle stesse informazioni
all’interno del digital universe.
Gli obblighi e le responsabilità delle aziende: il 75% delle
informazioni nell’universo digitale è generato dagli individui,
le aziende hanno una certa responsabilità sull’80% delle
informazioni di questo stesso universo digitale.
“Il volume di informazioni che continua a crescere
incessantemente rappresenta una serie infinita di opportunità –
guidando una serie di cambiamenti a livello sociale, tecnologico,
scientifico ed economico – dice Jeremy Burton, Chief Marketing
Officer di Emc – I Big Data stanno trainando il cambiamento per
quanto riguarda il modo in cui le aziende gestiscono e ricavano
valore dal loro bene più importante – le informazioni. Emc si
trova in una posizione ideale per aiutare i nostri clienti –
dalle più grandi aziende globali, alle istituzioni, fino alle
piccole imprese – a sfruttare il valore nascosto nel digital
universe man mano che continuano il loro viaggio verso il
cloud".