IL DIBATTITO

Identità digitale, serve una modifica della Costituzione?

Secondo il Commissario Agcom Capitanio è necessario avviare un confronto sulla questione. Semplificazioni, risparmio e accessibilità gli altri temi sul tavolo. Il Sottosegretario Butti punta a un unico wallet fra il 2025 e il 2026, in anticipo sulla roadmap europea. Sul piatto 40 milioni di investimenti. Anche Asstel vuole giocare un ruolo forte nella partita: “La filiera delle Tlc sarà sempre più centrale”. Ma l’Ad di Poste, Del Fante invita a non disperdere i risultati raggiunti con Spid

Pubblicato il 25 Mag 2023

identità-digitale-151021163954

L’articolo 2 della nostra Costituzione ‘garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità’. È straordinario notare, ancora una volta, come la nostra Carta abbia saputo anticipare alcuni temi futuri. I cittadini, oggi, vivono anche con una identità digitale che si manifesta non solo nelle piattaforme social ma anche attraverso la dematerializzazione dei dati sanitari, anagrafici, bancari, scolastici o di strumenti quali la patente di guida. Nel 2026 tutti avremo anche una identità digitale europea, ed è quindi opportuno aprire un dibattito sulla modifica della Costituzione per tutelare la nostra identità digitale”. Lo ha detto il commissario Agcom Massimiliano Capitanio durante il convegno “Verso l’identità digitale europea“, di scena alla Camera dei deputati e promosso dall’associazione Cittadinanza digitale. “Nel 2022 venne inserita la tutela dell’ambiente che, non a caso, è uno dei principi cardine della legge che ha reintrodotto l’educazione civica, insieme all’educazione alla cittadinanza digitale. Del resto Agcom, fin dalla sua istituzione, lavora per proteggere i cittadini anche all’interno dell’ecosistema digitale”.

Butti promette il wallet unico entro il 2025-2026

Durante il confronto Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, ha ribadito che “l’obiettivo è arrivare rapidamente al wallet italiano, se evolverà nel modo migliore come io credo, già nel 2025-2026 noi avremo il wallet italiano e potremmo ovviamente accedere al wallet europeo, addirittura riuscendo ad anticipare, per certi versi, quelli che saranno le decisioni europee”.

Butti ha aggiunto che nel Pnrr ci sono 900 milioni dedicati all’identità digitale, precisando che “poi c’è tutto l’aspetto di digitalizzazione della Pubblica amministrazione, della migrazione sul cloud dei dati della Pubblica amministrazione, del fascicolo sanitario elettronico. In particolare, questo governo “ha individuato subito 40 milioni da investire sull’identità digitale, fondamentali per tesaurizzare l’esperienza di Spid e proiettarla nell’e-wallet, prima italiano e poi europeo”.

Il wallet digitale unico sarà aperto ai servizi offerti dai privati per rendere sostenibile tutta l’operazione. La difesa dei dati personali è d’altra parte determinante. “A chi mi dice che i dati sono il petrolio del terzo millennio rispondo che i dati valgono di più, hanno un grande valore che va protetto, il dato può essere manipolato ma mai svelato”, ha detto Butti.

Le potenzialità del nuovo wallet sono state indicate dal Direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale Mario Nobile che ha ricordato, nel suo intervento, come “in Italia il 70% della popolazione adulta sia dotata di identità digitale con Spid o con la Carta d’identità elettronica“. Secondo Nobile “l’identità digitale va garantita dallo Stato e per noi significa l’onboarding sul wallet”. Nel wallet ci saranno i dati pubblici, i cosiddetti attributi qualificati, e gli altri dati, definiti attributi non qualificati come ad esempio la rischiosità Rc Auto del cittadino. Nobile ha poi spiegato che i cittadini entro due anni si renderanno conto dell’impatto dei nuovi servizi. “Per il rinnovo della patente oggi si devono consegnare e firmare documenti, effettuare pagamenti; domani tutta l’operazione si potrà fare con il proprio smartphone”.

Sul tema è intervenuto anche Maurizio Fatarella, Direttore generale di PagoPA. “In un contesto in cui l’Italia ha scelto di sviluppare un wallet nazionale anticipando i tempi rispetto al progetto europeo, PagoPA è stata incaricata di realizzare un modello di portafoglio elettronico per il Paese capitalizzando l’esperienza maturata ad oggi con AppIO, ovvero l’applicazione istituzionale su cui lo Stato ha investito in questi anni per tradurre la visione di cittadinanza digitale”.

Asstel: un ulteriore salto di qualità per l’accesso ai servizi digitali

“La Filiera delle Tlc segue con grande interesse la proposta di regolamento europeo che porterà ad uno strumento di identificazione digitale per tutti cittadini dell’Unione, a partire dagli strumenti che ogni singolo Stato metterà a disposizione”, ha detto Laura Di Raimondo, direttore generale di Asstel aprendo il suo intervento. “Con il portafoglio europeo di identità digitale, poi, si farà un ulteriore salto di qualità nell’accesso ai servizi digitali sia della Pubblica amministrazione, sia privati. In questo contesto il ruolo della filiera sarà sempre più centrale: questa trasformazione comporta una maggiore attenzione ai modelli di business, alla fornitura di soluzioni di connettività altamente personalizzate e allo sviluppo di approcci sempre più ecosistemici, costruendo alleanze tra settori per guidare lo sviluppo congiunto e l’adozione di tecnologie. Per questo motivo è strategica la sostenibilità economica, occupazionale e l’investimento nelle competenze della Filiera e lo sviluppo delle reti ultra-broadband (Vhcn e 5G) nel nostro Paese. E dopo aver affrontato la grande prova dell’emergenza sanitaria – acceleratore per una serie di servizi digitali – siamo consapevoli del ruolo di abilitatore che giochiamo. L’identità di una persona, oggi, corrisponde alla sua identità digitale, e daremo il nostro contributo per raggiungere gli obiettivi previsti dal regolamento nel nostro Paese”, ha chiosato Di Raimondo.

Per Del Fante il capitale costruito con Spid non va disperso

Spid è un caso quasi unico in Europa e i risultati raggiunti non vanno dispersi. Il capitale che abbiamo costruito va custodito e, nel disegnare i percorsi evolutivi che ci porteranno verso un modello europeo basato sul wallet di identità digitale, dobbiamo costruire sulle solide fondamenta che abbiamo gettato valorizzando il contributo che tutti gli attori possono dare all’ecosistema e definendo ruoli chiave e allineati con le caratteristiche di ciascun operatore”, ha avvertito Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste italiane, in un video messaggio inviato al convegno. “Questa impostazione è quella che dovrebbe guidarci nella costruzione di un servizio, ma è particolarmente importante quando si parla di identità digitale, un servizio che richiede competenza affidabilità, tutela della sicurezza e della privacy un efficace dimensionamento tecnico operativo e non ultimo la capacità di interfacciarsi con il cittadino sia per i servizi pubblici e sempre di più per quelli offerti dai provider privati questa è la nuova frontiera e tutti gli operatori di mercato”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2