Reale e virtuale, la differenza sfuma e i due mondi si toccano: prepariamoci a un futuro di virtual reality veramente pervasiva, e che ha più che mai bisogno del 5G per sostenere la sua evoluzione. Questo il fil rouge dello studio Ericsson “10 Hot consumer trends for 2017 and beyond”, il report annuale giunto alla sua sesta edizione. Tanti i trend “caldi” emersi quest’anno, dall’intelligenza artificiale che dal ruolo di ”assistente” viene promossa addirittura a quello di manager fino all’annuncio della prossima “scomparsa” (per alcuni) della privacy digitale. Il sondaggio è stato condotto in 14 metropoli rappresentative di 27 milioni di persone e delle propensioni di consumatori sicuramente “avanzati” ma che fanno da apripista e da “trend setter”, come ha sottolineato Alessandra Rosa Amaturo, direttore Marketing di Ericsson Italia, nell’illustrare i principali risultati dello studio e anche le peculiarità dei dati italiani rispetto a quelli globali.
Gli italiani sono, a volte, meno “pionieri” nell’utilizzo delle tecnologie ma i trend restano validi: da noi si consumano 35 ore a settimana di video su qualunque piattaforma (dalla Tv ai social online) con un boom di dati che non vanno solo dalla rete al consumatore ma anche dal consumatore alla rete. E, soprattutto, gli italiani hanno gusti e comportamenti specifici, come accade per il timore sulla privacy relativamente alle auto a guida autonoma, che piacciono comunque meno che all’estero perché gli italiani amano guidare.
Ecco dunque i 10 principali trend tecnologici del mondo consumer rilevati da Ericsson, nel mondo e in Italia.
IA ovunque: Il 35% degli utenti esperti di Internet vorrebbe un consulente AI sul posto di lavoro, non solo come assistente che assolve compiti di routine ma in alcuni casi persino come manager (uno su quattro). Anche da noi un consumatore su cinque vorrebbe un assistente elettronico che usa sistemi avanzati di IA per aiutare a rispondere alle email, trovare news online e postare aggiornamenti sui social network. Tuttavia, su scala globale, quasi la metà del campione è preoccupata che i robot provvisti di IA faranno sparire posti di lavoro – un timore condiviso solo dal 40% degli intervistati italiani.
Internet of Things: i consumatori stanno utilizzando sempre di più applicazioni automatizzate, incoraggiando lo sviluppo dell’IoT. Due intervistati su cinque credono che gli smartphone impareranno le loro abitudini e gestiranno in automatico alcune attività al posto loro. Più diffidenti gli italiani su questo punto: solo il 25% ha risposto in maniera affermativa, prevale ancora una scarsa simpatia per i sistemi automatizzati.
I pedoni spingono per le auto a guida autonoma: di auto driverless si parla molto, ma di solito dal punto di vista del conducente. Il report cattura anche le opinioni dei pedoni e, a sorpresa, scopre che potrebbe essere chi va a piedi a desiderare la diffusione delle auto guidate dal software anziché dall’essere umano perché sono percepite come più affidabili: un pedone su quattro dice che si sentirebbe più sicuro nell’attraversare la strada se tutte le macchine fossero a guida autonoma. Il 65% degli intervistati su scala globale preferirebbe possedere un’auto a guida autonoma, segno che anche chi guida è incuriosito dalla novità. Non così in Italia, dove la fiducia dei pedoni verso le macchine a guida autonoma scende al 18% e solo il 18% preferirebbe possederne una: il 40% dice addirittura che non la guiderebbe mai. Il 33% vede anche possibili criticità in termini di sicurezza dei dati e hacking.
Realtà integrata: Quasi quattro utenti di realtà virtuale su cinque credono che la VR sarà indistinguibile dalla realtà fisica in appena tre anni. La metà degli intervistati è già interessato a guanti e scarpe che permettono di interagire con oggetti virtuali. Un dato che emerge per l’Italia è che un consumatore su tre pensa che la VR e la augmented reality (AR) saranno elementi importanti per i media e le TV, ma la percentuale sale al 50% considerando gli utenti di TV connesse. Un giovane utente su quattro – fascia 16-19 anni – pensa che valga la pena pagare per avere VR o AR.
Il corpo “fuori fase”: Il corpo umano non è ancora al passo con le evoluzioni tecnologiche, sembrano pensare i consumatori. Con l’auto a guida autonoma che diventa realtà, aumenterà l’incidenza del mal d’auto, e tre intervistati su dieci prevedono che avranno bisogno di pillole per risolvere il problema. Uno su tre pensa anche che avrà bisogno di queste pillole anche durante l’utilizzo di dispositivi per realtà virtuale e aumentata.
Il paradosso della sicurezza con gli Smart Device: più della metà degli intervistati già usa sveglie, tracker o notifiche sui propri smartphone. D’altra parte però, tre su cinque di coloro che sostengono che il proprio smartphone li faccia sentire più sicuri affermano di assumersi rischi maggiori nella vita din tutti i giorni perché pensano che il proprio telefono possa fornire qualche forma di protezione. In Italia il 35% degli intervistati afferma di usare il proprio dispositivo mobile per sentirsi più al sicuro nella vita reale.
Social a compartimento stagno. Oggi le persone trasformano volontariamente i social network in silos. Uno su tre – in Italia solo uno su cinque – sostiene che i social network costituiscono la principale fonte di informazioni e oltre uno su quattro valuta l’opinione dei propri contatti superiore al punto di vista dei politici. In Italia si registra anche più disinteresse per i “like”: per il 42% degli intervistati non sono importanti e quasi la metà non chiede consiglio agli amici sui social network prima di effettuare un acquisto.
Realtà aumentata personale: Più della metà delle persone vorrebbe usare degli occhiali a realtà aumentata per illuminare spazi bui ed evidenziare i pericoli. Più di uno su tre vorrebbe poter eliminare elementi che disturbano il proprio campo visivo.
Privacy divide: due utenti esperti di Internet su cinque preferiscono usare solamente servizi criptati, ma il tema è molto controverso, non esiste un trend univoco. Quasi la metà dei consumatori vorrebbe aver garantito almeno un ragionevole rispetto della privacy nella fruizione di tutti i servizi, ma più di uno su tre crede che la privacy non esista più.
I big della tecnologia per tutti: Inossidabili big dell’hitech, i consumatori non possono più fare a meno di Google, Amazon e Facebook; anzi, vorrebbero comprare tutti i prodotti e servizi che servono sulle grandi piattaforme globali. Più di due utenti avanzati di Internet su cinque vorrebbe che tutti i suoi prodotti provenissero dalle 5 aziende It più grandi del mondo. Di questi, tre su quattro credono che questo si verificherà tra appena 5 anni. Confermando questo trend, in Italia le app che primeggiano per traffico dati sono: Facebook, Youtube, Instagram e Whatsapp.
“Gli utenti chiedono la realtà virtuale, la realtà aumentata, lo scambio di dati in tempo reale”, ha sottolineato Alessandra Rosa Amaturo. “Questo vuol dire che abbiamo bisogno di comunicazioni capaci di garantire un massiccio traffico dati e bassissima latenza. Insomma, è l’ora di premere l’acceleratore sul 5G”.
“Oltre al tempo reale, io credo ci sia bisogno di cominciare a parlare di tempo della realtà, poiché ciò che chiamiamo realtà diventa ogni giorno più personale e soggettivo”, ha affermato Michael Björn, head of research dell’Ericsson ConsumerLab. “I consumatori non solo si circondano di persone che condividono le loro idee sui social network, ma stanno anche iniziando a personalizzare il modo in cui si relazionano al mondo con le tecnologie a realtà aumentata e realtà virtuale. I consumatori vogliono anche che il futuro rimanga pienamente mobile, perciò la domanda per una connettività immediata, veloce e abilitata da dispositivi con una lunga autonomia è destinata a crescere rapidamente. In questo senso il tempo della realtà è anche il tempo delle reti 5G.”