Simon Gautier, il turista francese deceduto durante un’escursione nel Cilento si sarebbe potuto salvare se fosse stato attivo il numero unico di emergenza 112 in grado di geolocalizzare la posizione del cellulare. Questa l’ipotesi avanzata da diversi esperti secondo i quali se lo smartphone di Gautier avesse reso nota in automatico la posizione del turista, i soccorritori avrebbero potuto raggiungere in breve tempo la località in cui si era ferito riportando fratture agli arti inferiori come da lui comunicato nella chiamata al 118.
In molti hanno scritto che il numero unico di emergenza 112 in Italia non è operativo. Ma le cose non stanno esattamente così, anche se il nostro Paese non ha adottato appieno il servizio e quindi molta strada resta ancora da fare. Come si evince da una nota pubblicata sul sito del Mise lo scorso 11 febbraio, in occasione del 112 day – la giornata europea del numero unico di emergenza – il servizio è attivo in Friuli Venezia Giulia, Lazio (prefisso 06), Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia Orientale, Valle d’Aosta e nelle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Lo scorso 11 febbraio ha inoltre debuttato online il sito https://112.gov.it che contiene le informazioni sulla genesi e lo sviluppo del Servizio, sul suo funzionamento e le modalità di utilizzo. La chiamata, sia da telefono fisso, cellulare o app, è gratuita. Chi riceve la richiesta di soccorso ha subito a disposizione il numero di telefono di chi chiama e vede su una mappa geografica la sua posizione.
“Il modello organizzativo del Nue 112 prevede una Centrale unica di risposta nella quale vengono convogliate le chiamate di emergenza per richiedere l’intervento di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco o il Soccorso sanitario – si legge sul sito del Mise -. All’interno della Centrale gli operatori, formati per gestire la prima risposta alla chiamata, smistano le telefonate agli Enti responsabili della gestione delle emergenze”. Il sistema, aggiunge la nota del ministero dello Sviluppo economico – “ha permesso alle singole amministrazioni che gestiscono le centrali operative di pronto intervento di ricevere solo le effettive chiamate di emergenza. Infatti, il 50% delle chiamate ricevute dalle Centrali uniche di risposta non viene inoltrata alle centrali operative perché non di vera emergenza”.