TRUFFE ONLINE

Il cerchio si stringe: sotto sequestro www.italia-programmi.net

La Procura di Milano ha ordinato a tutti i provider italiani di oscurare il sito. Fra le vittime del raggiro anche il presidente della Repubblica Napolitano. Revocato invece il provvedimento dell’Antitrust nei confronti di Private Outlet

Pubblicato il 03 Apr 2012

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Il sito-truffa www.italia-programmi.net è stato sequestrato per essere oscurato su richiesta della Procura di Milano che indaga per truffa. Il gip Cristina Di Censo ha disposto il sequestro preventivo del sito, ordinando a tutti i provider italiani di oscurarlo. Lo rende noto l’associazione dei consumatori Aduc. Revocato invece il provvedimento dell’Antritrust nei confronti di Private Outlet, per errori imputabili alla stessa Agcm.

Il sito web che "catturava" indirizzi di navigatori facendo loro credere che si stessero iscrivendo ad un servizio gratuito, recapitando poi ad ognuno pressanti richieste di pagamenti con posta elettronica e lettere ordinarie provenienti dalla Germania – addebitando 96 euro per il download di software spacciato per gratuito – ha quindi per il momento smesso di impaurire i navigatori. Oltre 600 le denunce degli utenti alla Procura di Roma.

"Dopo la nostra denuncia di giugno del 2010, l’intervento dell’Antitrust ad agosto dello stesso anno e la multa di 1,5 milioni della medesima Autorità – dice l’Aduc – l’iniziativa che solitari abbiamo lanciato invitando tutti i malcapitati a depositare un esposto presso la propria Procura della Repubblica, ha dato il suo primo risultato, l’oscuramento preventivo".

"Nonostante decine di Procure avessero archiviato le richieste dei navigatori che avevano usato i nostri facsmili per l’esposto, ecco che quella di Milano ha dato un primo risultato: sembra che ciò sia dovuto al fatto che tra le vittime illustri di questi truffatori ci sia stato anche il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che lo scorso 6 febbraio sarebbe incappato nella loro rete. Se fosse così restiamo un po’ basiti dal fatto che l’autorità penale ha dovuto attendere illustri vittime prima di muoversi, ma il risultato del sequestro preventivo è così importante che travalica anche le nostre perplessità", conclude l’Aduc.

Private Outlet torna online

Venerdí 30 marzo 2012 è stata revocato il provvedimento dell’Agcm, eseguito il 14 marzo 2012, che aveva oscurato il sito privateoutlet.com per presunte irregolarità nella regolazione dei rapporti con un esiguo numero di clienti.

"L’Antitrust ha deciso di modificare le misure cautelari decise a carico della società Private Outlet, rendendo possibile la riapertura del sito, solo a fronte di procedure predisposte dalla società finalizzate a rispondere ai reclami dei consumatori". Lo sottolinea l’Autorità spiegando che la società, "che si è costituita nel procedimento solo dopo l’oscuramento del sito stesso, ha dato avvio ad una procedura finalizzata a soddisfare tutti i reclami ricevuti nel corso dell’ultimo anno e si occuperà di tutti coloro che non sono riusciti a contattare l’impresa, rendendo effettive nei loro confronti le tutele previste dalle norme del Codice del Consumo". Secondo l’Autorità le misure adottate dalla società e quelle in corso di attuazione, pur non facendo venir meno le esigenze cautelari, tuttavia consentono di permettere gli accessi al sito che dovrà peraltro contenere un messaggio di informazione ai consumatori e tutti i riferimenti utili per risolvere i loro problemi. "L’Autorità vigilerà che tutte le misure previste vengano attuate".

"La decisione del blocco, che ha creato scalpore sui media – sostiene Private Outlet – si è dimostrata infondata in quanto le 28 lamentele causa della procedura erano state da tempo risolte e si sono rivelate una piccolissima percentuale sul totale dei clienti del rinomato sito di e-commerce che conta più di 150mila acquirenti in Italia. Inoltre la notifica dell’oscuramento del sito è stata recapitata a un soggetto non corretto, impedendo alla società di difendersi in maniera adeguata alla situazione e di tutelare la propria immagine di fronte ai propri clienti e fornitori. Il caso, senza precedenti nel nostro paese, ha visto l’attivazione di una norma che normalmente è riservata a siti colpevoli di truffe o gravi violazioni delle leggi internazionali, come nel caso Megaupload".

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