LA COLLABORAZIONE

Il cloud di Google sbarca al Cern

Nell’ambito del programma Openlab saranno sviluppati progetti congiunti di machine learning e quantum computing

Pubblicato il 21 Nov 2018

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Il cloud di Google sbarca al Cern di Ginevra. BigG entra a far parte dell’Openlab della prestigiosa istituzione “con l’obiettivo di realizzare progetti congiunti in ambito di cloud computing, machine learning e quantum computing”.

“Il Cern è uno dei più importanti istituti di ricerca per la fisica nel mondo, ma è anche il luogo in cui è nato il World Wide Web grazie al lavoro di Tim Berners-Lee e Robert Cailliau – si legge in una nota – Quindi, in un certo senso, Google deve la sua esistenza al Cern”.

L’Openlab è stato creato nel 2001 per abilitare la collaborazione tra il Cern e le aziende leader nel settore dell’informatica e computing technology.

Google non la prima tech company a collaborare con il centro svizzero. Oracle è partner del programma Openlab dal 2003 e nel 2018 ha avviato un nuovo ciclo di progetto triennale.

Nel programma Openlab, il Cern collabora con le più importanti aziende IT sullo sviluppo congiunto di tecnologie ad elevate performance da usare per la ricerca di base nella fisica.

Il Cern usa il suo Large Hadron Collider (Lhc), il più grande acceleratore di particelle al mondo, per studiare la struttura fondamentale dell’universo. Qui le particelle subatomiche sono fatte accelerare e collidere, simulando le condizioni del nostro universo a una frazione di secondo dopo il Big Bang. Gli esperimenti nel Large Hadron Collider attualmente producono circa 50 petabyte di dati ogni anno – un volume di dati che corrisponde all’incirca a quello di 2.000 anni di contenuti video in alta definizione.

Nonostante tutti gli sforzi, la nostra conoscenza della fisica oggi spiega solo la materia visibile, che rappresenta circa il 5% dell’energia totale dell’Universo. L’acceleratore sarà per questo reso ancora più potente, per generare un maggior numero di collisioni fra particelle e moltiplicare gli sforzi per studiare fenomeni quali la materia oscura e l’energia oscura. Il Cern ha anche bisogno di avere una infrastruttura IT altrettanto potente: la cooperazione del laboratorio con le big del tech gioca in questo un ruolo chiave.

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