Il Corporate Venture Capital è la principale fonte di investimento nell’ecosistema delle Startup e PMI innovative italiane. Lo rivela il quinto Osservatorio sull’Open Innovation e il Corporate Venture Capital Italiano – promosso da Assolombarda, InnovUp, Smau e la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, con la partnership scientifica di InfoCamere e degli Osservatori del Politecnico di Milano e con il supporto di Confindustria e Piccola Industria Confindustria.
Secondo il report, il numero delle quote dei soci Corporate che tra settembre 2018 e settembre 2020 hanno investito in startup innovative è aumentato dell’83,7%, da 7.653 a 14.055 unità. Se poi si considerano le sole partecipazioni dirette, il numero di quote si attesta a 6.018, per un incremento del 62,3% negli scorsi due anni. A queste si aggiungono 5.900 quote in Pmi innovative – la cui mappatura è la vera novità dell’Osservatorio – di cui 1.941 partecipazioni dirette. In particolare, dalla fondazione del registro dedicato delle startup e Pmi innovative, sia gli operatori Corporate (1,77 miliardi di €) – cioè le imprese mature del sistema industriale italiano e internazionale – sia quelli Family&Friends (1,28 miliardi di €) – ovvero persone fisiche e ditte individuali – contribuiscono a oltre il doppio degli investimenti provenienti dagli investitori specializzati (1,05 miliardi di €), fondi di venture capital in primis.
L’Osservatorio rivela che gli investitori specializzati in innovazione sono nel capitale di 610 startup e Pmi innovative iscritte alla sezione speciale del Registro, mentre i soli Corporate Venture Capital sono nel capitale di 3.923 startup e Pmi innovative (+23% rispetto all’anno precedente per quanto riguarda le sole startup) e 9.168 startup e Pmi innovative hanno come soci solo family & friends.
Analizzando i dati parziali dei bilanci di esercizio 2019, depositati al momento di redazione dell’Osservatorio da parte delle startup e PMI innovative, il fatturato generato nel 2019 è pari a 2,5 miliardi di euro. Il 57% di questi ricavi, pari a 1,46 miliardi di euro è prodotto da Startup e Pmi innovative nel portafoglio di Cvc.
Soci corporate con sede al Nord, ma le aziende operano anche al Centro-Sud
I dati mettono in luce anche le caratteristiche geografiche del fenomeno: la maggior parte dei soci corporate di startup innovative e Pmi innovative, rispettivamente il 68,7% e il 58,4%, ha sede al Nord del Paese. Di contro, si rileva una distribuzione più omogenea di startup e Pmi innovative su tutto il territorio italiano, a testimonianza di un flusso di investimenti da parte di corporate del Nord che va a beneficio di startup e Pmi innovative che operano nel Centro Sud.
Le startup e Pmi innovative sulle quali ricadono investimenti da Cvc, nonostante siano solo il 29% del totale, generano il 43% degli addetti impiegati da tutte le startup e Pmi innovative. Sono quindi quelle che, in proporzione, contribuiscono maggiormente alla creazione di posti di lavoro.
E’ poi evidente come gli indici economici di startup e Pmi innovative investite da Corporate siano strutturalmente migliori degli indici di quelle investite da Operatori Specializzati e Family&Friends: a titolo di esempio, il valore aggiunto medio delle startup investite da Cvc è di 95.000€ contro i 76.000€ di quelle investite da Family&Friends e i 16.000€ di quelle che hanno tra i loro soci gli Operatori Specializzati. Allo stesso modo, anche per le Pmi innovative il valore aggiunto medio è maggiore (2.350.000€) nel caso di investimenti Cvc rispetto a quelli operati da Family&Friends (2.255.000€) e Operatori Specializzati (1.159.000€).
“Le imprese credono sempre più nel valore aggiunto delle realtà innovative”
“Guardando al solo dato degli investimenti diretti – commenta Angelo Coletta, Presidente di InnovUp -, sono oggi circa 8mila le partecipazioni Corporate nell’ecosistema delle startup e Pmi innovative, un numero che conferma quanto anche in Italia le imprese di ogni dimensione credano sempre più nel valore aggiunto derivante dalla collaborazione quotidiana con queste imprese innovative. Soprattutto negli ultimi mesi abbiamo potuto constatare come le imprese innovative siano per propria natura quelle in grado di fornire in breve tempo soluzioni efficaci per far fronte ai repentini cambiamenti di scenario. Sta ora alla politica confermare la crescente attenzione al settore (come fatto ad esempio con l’istituzione del Fondo nazionale per l’Innovazione e il Fondo per il Tech Transfer) rendendo, con gli strumenti legislativi adeguati, ancora più strutturale lo scambio virtuoso tra le grandi e le piccole realtà del tessuto imprenditoriale italiano, vero motore della fase di ripresa del nostro Paese”.
“Oltre un miliardo e 700 milioni di investimenti da parte delle corporate in startup e Pmi innovative da quando, nel 2012, è stato introdotto lo Startup Act italiano. Un dato positivamente sorprendente che dice quanto le imprese, grandi, medie e piccole, credano nell’innovazione aperta che arriva dalla contaminazione con le giovani imprese innovative”, aggiunge Alvise Biffi, Membro della Giunta della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi. “Si tratta ora di promuovere e consolidare questi modelli virtuosi di corporate venture e di open innovation, da un lato divulgando le buone pratiche – 20 di queste sono pubblicate nell’Osservatorio di quest’anno – dall’altro dando vita a misure legislative adeguate per incentivare gli investimenti da parte delle aziende, considerato che, oggi, tali misure sono concentrate prevalentemente sulle persone fisiche e sugli investitori istituzionali.”
“I dati di quest’ultima edizione dell’Osservatorio – fa presente Stefano Venturi, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Attrazione Investimenti e Startup – testimoniano un’ulteriore crescita delle aziende che investono in startup e Pmi innovative un fenomeno, ora più che mai, fondamentale per la ripresa economica del nostro territorio considerato che la dimensione del nostro ecosistema innovativo è ancora ridotta rispetto a altre realtà nazionali che competono con noi come Francia, Spagna e Germania. Per questo motivo, auspichiamo che, nell’ambito del piano Next Generation UE siano previste delle progettualità volte a favorire questo tipo di contaminazioni e che, allo stesso tempo, CDP Venture rafforzi e ampli le proprie iniziative legate al Corporate Venture Capital”.
Robiglio (Confindustria): “Dati che dimostrano l’importanza del contaminarsi”
“L’Open Innovation e il Corporate Venture Capital sono aspetti in cui Piccola Industria ha sempre creduto molto”, conclude Carlo Robiglio, presidente Piccola Industria e vicepresidente Confindustria. “Già nel 2013 avevamo lanciato AdottUp, il programma di Confindustria per l’adozione delle startup da parte delle Pmi. Una contaminazione che rappresenta un vantaggio condiviso per tutti: da una parte lo sviluppo delle startup ad alto potenziale di crescita in un contesto solido e collaudato come quello d’azienda e dall’altra un’accelerazione dell’innovazione all’interno delle Pmi. L’evento di oggi va proprio in questa direzione. Far comprendere l’importanza e la convenienza di contaminarsi, aprirsi a nuove conoscenze, potenziare il modello di business, le proprie strategie. I dati che emergono dall’Osservatorio evidenziano come il fenomeno del CVC sia sempre più rilevante, con vantaggi competitivi importanti per tutti gli attori coinvolti e le storie imprenditoriali che sono state presentate ne sono una conferma”.