L'EVENTO

Il Digital Summit 2018 apre le porte all’intelligenza artificiale

A Tallin, in Estonia, l’evento che mette a confronto ministri, imprese ed esperti di digitale di 14 Paesi. Focus anche sul data sharing. Ecco il programma

Pubblicato il 15 Ott 2018

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Intelligenza artificiale e commercio globale dei dati al centro del Digital Summit 2018 in programma domani a Tallin, in Estonia. A confronto ministri, imprenditori ed esperti di tecnologia di 14 paesi a livello globale.

“L’intelligenza artificiale e il machine learning hanno già cambiato le nostre vite e porteranno cambiamenti ancora più evidenti nel prossimo futuro – dice il primo ministro estone, Jüri Ratas –  Dobbiamo usare queste tecnologie in modo saggio e responsabile per fornire servizi migliori e più intelligenti . Il commercio transfrontaliero di dati e l’intelligenza artificiale non sono più fantascienza. Dobbiamo immaginare il nostro futuro tecnologico e agire subito”.

Per Rene Tammist, ministro estone dell’imprenditoria e dell’informatica, “se usata con  saggezza, l’intelligenza artificiale potrebbe migliorare la produttività economica e la qualità dei servizi statali”.

“Diversi paesi che guidano l’implementazione dell’IA saranno a Tallinn – ricorda il ministro – La loro esperienza ci aiuterà sicuramente a sviluppare una strategia di AI per l’Estonia”.

Il primo ministro Jüri Ratas aprirà il vertice. La sessione di apertura vedrà anche la partecipazione di Greg Corrado, Principal Scientist of Augmented Intelligence Research di Google, e Jack Clark, Strategist and Communications Director di OpenAI, una società di ricerca sull’AI senza scopo di lucro.

L’Estonia è uno dei Paesi Ue più avanzati dal punto di vista tecnologia, tanto da essere diventata un benchmark di riferimento. Nel Paese,  il 96,3% delle dichiarazioni dei redditi è effettuato in modo elettronico e la carta di identità serve anche da patente, carta di debito, tessera sanitaria, abbonamento ferroviario e altro ancora. Il 78% delle imprese ha un proprio sito web, mentre il 77% concede ai propri dipendenti un accesso da remoto ai sistemi di posta elettronica e ai documenti. L’87% degli estoni fra i 16 e i 74 anni ha usato internet nel 2016, il 5% sopra la media Ue. Di questi, il 91% lo ha fatto attraverso uno smartphone, e l’87% ha utilizzato i servizi e le informazioni online della pubblica amministrazione.

Tra gli ospiti del summit digitale anche Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e commissario al Mercato unico digitale. L’Europa sta affinando le sue strategie per lo sviluppo do AI. Pilastro è il patto per lo sviluppo dell’AI che,mira a recuperare il gap con Usa, Cina e Giappone, Paesi che più di altri stanno investendo nel settore.

L’accordo coinvolge Bulgaria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Olanda, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia, Svezia, UK, Norvegia.

La Commissione investirà, da qui al 2020, oltre 1 miliardo di euro – la proposta dello stanziamento verrà fatta in occasione della redazione del Bilancio 2021-2027 – che si andranno ad aggiungere agli investimenti nazionali. La Francia ad esempio ha di recente lanciato un programma che impegna l’Eliseo a stanziare 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici per cinque anni (2018-2022), di cui 400 milioni destinati specificamente ai progetti di innovazione disruptive; le risorse saranno prelevate dal più vasto pacchetto (10 miliardi di euro) di Fondi per l’Innovazione e l’industria annunciato a inizio anno.

Una parte europeo del “patto per l’AI” è dedicata alla formazione e all’occupazione. Secondo i numeri della Commissione i posti di lavoro creati in Europa dall’AI sono già 1,8 milioni, con una crescita del 5% all’anno dal 2011, mentre oggi ci sarebbero a disposizione circa 350mila posti. Il timore è che queste posizioni restino vacanti per mancanza di competenze specifiche: ecco perché la Commissione si impegna a mettere in campo azioni per la riqualificazione delle figure professionali nei settori toccati dalla “rivoluzione”. Tra questi spiccano l’automotive, il tessile, il comparto spaziale e quello turistico.

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