Sull’onda dell’impennata dei prezzi del petrolio, il Public Investment Fund (PIF) saudita – uno dei maggiori fondi sovrani al mondo – ha aperto lo scorso aprile una stagione di “shopping” nelle blue chip americane, investendo un totale di 7,5 miliardi di dollari per quote di minoranza in 17 diverse società statunitensi, tra cui Alphabet, Zoomvideo, Microsoft e Blackrock. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando i dati della Security and Exchange Commission (Sec) americana, e mettendo in luce come il valore del portafoglio d’investimento del Pif con queste acquisizioni abbia raggiunto il valore di 40,8 miliardi di dollari.
Il Pif gestisce assets per un totale di 620 miliardi di dollari, ed è uno strumento primario con cui il governo saudita pianifica la trasformazione della propria economia, attraverso la creazione di nuovi settori industriali e la diversificazione delle entrate derivanti dalla vendita del petrolio, nell’ambito della ambiziosa Vision 2030. Riad persegue una duplice strategia, basata sulla costruzione di un portafoglio d’investimenti all’estero ma anche sul finanziamento di progetti sul piano locale.
Le strategie saudite per uscire dall’isolamento
Una modus operandi che serve anche l’obiettivo di uscire da un certo isolamento diplomatico in cui si era trovato l’erede alla Corona Mohammad Bin Salman, in particolare dopo l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, all’interno del consolato saudita di Istanbul. Il mese scorso proprio il principe aveva ricevuto il presidente statunitense Joe Biden, che lo aveva incoraggiato ad estrarre più petrolio per ridurre i prezzi, ed aiutare a combattere l’inflazione galoppante. Bin Salman era poi volato a Parigi per essere ricevuto dal presidente Emmanuel Macron.
In merito agli investimenti, la Sec ha riportato in particolare l’acquisto da parte del PIF di 213000 azioni di classe A in Alphabet, 4,7 milioni di azioni classe A in Zoom e 1,8 miliardi in azioni di Microsoft, oltre ad altre partecipazioni in JpMorgan (3,9 milioni di azioni), Blackrock (741,693 azioni), Starbucks (6,3 milioni), Adobe Systems, Advanced Micro devices, Salesforce, Home depot, Costco, Freeport-McmoRan, Datadog e NextEra Energy.
Gli investimenti del Pif
La mappa di investimenti esteri del PIF mostra una presenza importante in diversi settori all’interno di decine di paesi, dall’Africa all’Oceania, tra cui figurano aziende come Uber, AccorInvest, Babylon Health, Softbank, Jio platforms, Lucid Motors inc., Blackstone. Ieri un report del Fondo Monetario Internazionale aveva avvertito come quella saudita sarà con ogni probabilità una delle economie più in crescita nel corso dell’anno, viste le riforme in corso nel Regno e l’aumento dei prezzi del petrolio. Il PIL saudita dovrebbe crescere del 7,6% nel 2022, la crescita più forte mai registrata nell’ultimo decennio per Riad.