L’OUTLOOK

Il futuro dell’industria IT: i 10 pillar 2025



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L’intelligenza artificiale diventerà sempre più un asset portante per le aziende e impatterà a catena sulle strategie per la gestione dati e anche sul cloud. Investimenti a quota 227 miliardi il prossimo anno per poi volare a 750 miliardi entro il 2028. Idc: “Le sperimentazioni si trasformeranno in innovazione sostenibile”

Pubblicato il 31 ott 2024



robot, umanoidi, industria 5.0, automazione, digitale

Le imprese del 2025 non saranno solo data-driven, ma Ai-driven, perché è l’intelligenza artificiale a plasmare, in misura sempre più profonda, l’attività e l’architettura It nei diversi settori industriali. Il cambiamento è epocale e non solo tecnologico: anche il modo di lavorare è trasformato.

Questo lo scenario tracciato da “Idc FutureScape: Worldwide IT industry 2025 predictions”, lo studio di Idc con le previsioni per il settore It globale nel 2025 e oltre. In tutto sono 10 i macro trend che, secondo la società di ricerche, definiranno il futuro del settore dell’information technology. Ma, in generale, l’outlook per il prossimo anno sottolinea l’urgente necessità di accelerare la spinta verso l’Ai, sostenendo investimenti strategici a lungo termine in funzionalità avanzate abilitate dall’intelligenza artificiale.

Idc nota come, negli ultimi 18 mesi, le organizzazioni di tutte le dimensioni e i settori si siano impegnate in un’ampia iper-sperimentazione con l’Ai, ma nel 2025 queste sperimentazioni diventeranno “reinvenzione”: le imprese saranno trasformate e riprogettate radicalmente. Questo cambiamento sarà guidato dall’introduzione degli agenti Ai, dalle innovazioni nei dati, nell’infrastruttura e nel cloud per fornire “risposte” scalabili, e da una maggiore attenzione alla resilienza attraverso una solida gestione economica e una cyber-recovery pervasiva.

Nel 2025 le imprese incorporeranno l’Ai nel core business

A sostegno di questa trasformazione, Idc prevede che la spesa mondiale per le tecnologie di supporto all’Ai supererà i 749 miliardi di dollari entro il 2028. Nel 2025 tale spesa ammonterà a 227 miliardi di dollari, di cui il 67% verrà da imprese che incorporeranno funzionalità di intelligenza artificiale nelle loro operazioni di core business, superando gli investimenti nei principali fornitori di servizi cloud e digitali.

“Nel panorama in evoluzione dell’Ai, il futuro dipende dalla nostra capacità non solo di sperimentare, ma di mutare strategicamente, trasformando la sperimentazione in innovazione sostenibile, ha affermato Rick Villars, group vicepresident, Worldwide research, Idc. “Mentre abbracciamo l’Ai, dobbiamo dare priorità alla rilevanza, all’urgenza e all’intraprendenza per forgiare imprese resilienti che prosperino in un mondo basato sui dati”.

I 10 macro trend dell’It per il prossimo anno

La ricerca FutureScape 2025 di Idc si concentra sui driver esterni pronti a rimodellare l’ecosistema aziendale globale nei prossimi 12-24 mesi. Lo studio esamina anche le sfide che i team It dovranno affrontare nel definire, costruire e governare le tecnologie necessarie per operare con successo nel mondo digitale.

I 10 macro trend individuati sono: Ai economics, Ai pivot barriers, Cyber-resiliency, Cloud modernization, Data as product, App metamorphosis, Interference delivery, Decarbonizing Ai infrastructure, Unified platforms for composite Ai, New work roles. L’intelligenza artificiale domina, accanto alla resilienza, alla sostenibilità e al nuovo modo di lavorare.

Nel dettaglio, Ai economics sottolinea come i Cio si concentreranno sempre più sulla valutazione dell’impatto economico degli investimenti in Ai, passando dalla sperimentazione alla monetizzazione. Occorrerà creare una solida base per misurare automaticamente e ottimizzare le applicazioni guidate dall’Ai.

Quanto alle “pivot barriers”, si tratta degli ostacoli che possono impedire di trasformare l’impresa tramite l’Ai generativa, impedendole un cambio di paradigma strategico. I principali fattori limitanti includono carenza di sviluppatori, costi elevati, prestazioni infrastrutturali inadeguate e scarso coordinamento tra It e business. Idc prevede che fino al 30% delle organizzazioni riconsidererà i propri investimenti in GenAi se le soluzioni a queste barriere non rispondono alle esigenze della strategia aziendale.

Cyber-resilienza e cloud tra i protagonisti del 2025

Idc ha incluso la cyber-resilienza tra i macro trend perché le minacce alla sicurezza informatica continuano ad essere elevate, soprattutto nella forma di ransomware, un tipo di attacco che blocca i dati. Per questo la società di ricerche parla di “cyber-recupero”. La capacità di adattarsi alle mutevoli minacce inciderà sul successo dell’uso dell’Ai per il business aziendale.

Sulla modernizzazione del cloud Idc afferma che le organizzazioni che modernizzano con successo le loro architetture cloud trarranno vantaggio da un migliore Roi, un It più efficiente e sostenibile e un miglioramento delle prestazioni del carico di lavoro e delle applicazioni.

I dati come prodotto sono un altro trend rilevante, perché l’architettura data as a product permetterà di spezzare i silos di dati e di limitare le inefficienze nelle grandi imprese. Un approccio ai dati come prodotto è un modo di produrre e consumare dati che rende i processi ripetibili e i risultati abilitati dai dati più coerenti e affidabili.

L’ascesa degli Ai agent, prossima evoluzione dei co-pilot

Il trend “metamorfosi delle app” sottolinea l’ascesa degli Ai agents, che sostituiranno i copiloti. Gli agenti Ai sono componenti software completamente automatizzati che sono autorizzati a utilizzare conoscenze e competenze per valutare le situazioni e intraprendere azioni con un intervento umano limitato o nessun intervento.

Legato a questo trend c’è quello dell’interference delivery: man mano che le organizzazioni accelerano la loro adozione della GenAI e adottano flussi di lavoro che ruotano intorno agli agenti Ai, aumenteranno i carichi di lavoro dell’inferencing. Guardando al futuro, è imperativo non essere bloccati in una singola opzione di inferenza e invece sviluppare una strategia operativa di “multi-inferenza”.

Gli impatti su sostenibilità e lavoro

Nei prossimi anni si imporrà anche una tendenza a decarbonizzare l’infrastruttura di intelligenza artificiale: gli investimenti in Ai si accompagneranno probabilmente a un aumento dell’e-waste e dei consumi energetici e le imprese si rivolgeranno a dei framework di sustainable Ai per ridurre il più possibile l’impatto ambientale.

Un altro cambiamento che avverrà nelle aziende sarà l’adozione di nuovi modi per sfruttare i vantaggi dell’Ai e della GenAI. Le imprese stanno capendo che concentrarsi sui casi d’uso di base per la produttività fornirà un impatto aziendale limitato: occorre scalare le soluzioni in tutta l’organizzazione, creando una piattaforma olistica e coordinata per garantire efficienza negli investimenti – secondo il trend che Idc ha definito “piattaforme unificate per l’intelligenza artificiale composita“.

Infine, ma non meno importante, sono previsti nuovi ruoli lavorativi: la necessità di automatizzare creerà una trasformazione del workplace basata sull’intelligenza artificiale, cambiando il ciclo di vita del percorso lavorativo. Si tratta di una trasformazione del lavoro digitale e il 47% dei leader dell’It e del business intervistati da Idc ha dichiarato di essere già pronto e di aver apportato modifiche alle regole e ai modi di lavorare.

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