Google ha siglato un contratto per prendere in affitto il Moffett Airfield della Nasa per i prossimi 60 anni. L’accordo (firmato tramite la sussidiaria immobiliare di Google, Planetary Ventures) è frutto di un negoziato avviato lo scorso febbraio tra Big G e l’ente spaziale americano.
In base all’accordo raggiunto, Google pagherà alla Nasa un affitto stimato in 1,16 miliardi di dollari per tutta la durata del contratto, con l’aggiunta di altri fondi per il rinnovo dell’hangar, noto come Hangar One, che si trova nella proprietà affittata e che ha 80 anni. Google potrebbe usare Hangar One, insieme ad altri due hangar presenti nell’aviorimessa (Hangar Two e Hangar Three), come spazio per attività di ricerca, sviluppo, assemblaggio e collaudo di tecnologie collegate con le aree della robotica, dell’aviazione, dell’esplorazione dello spazio e altri nuovi settori in cui Google ha intenzione di entrare.
Da mesi Google e la Nasa lavoravano sui termini dell’accordo. Google ha subito mostrato un forte interesse per la struttura e la Nasa a sua volta un forte interesse nel trovare un partner che si occupasse della sua gestione e manutezione. “Man mano che la Nasa allarga la sua presenza nello spazio, fa in modo di ridurre la sua presenza sulla Terra”, ha detto Charles Bolden, Nasa administrator. “Vogliamo investire i soldi dei contribuenti in scoperte scientifiche, sviluppo tecnologico e esplorazione dello spazio, non nel mantenimento di strutture di cui non abbiamo più bisogno”.
Il Moffett Airfield si trova a sud della Baia di San Francisco e include circa 1.000 acri di terreno con tre hangar, un edificio e due piste. Google ha intenzione di spendere 200 milioni di dollari per migliorare la struttura, rimodernando i tre hangar e creado uno spazio di apprendimento aperto al pubblico dove verrà illustrata la storia dell’aviorimessa e il suo ruolo nell’industria tecnologica e nella Silicon Valley.
La Nasa ha detto che dando in affitto l’area risparmierà 6,3 milioni di dollari in costi annuali di gestione e di manutenzione.
Non c’è invece una specifica data su quando Google prenderà il controllo dell’area affittata, né è del tutto chiaro come Big G vorrà veramente utilizzarla. L’interesse nella robotica è chiaro, come quello nei droni e nei palloni aerostatici sfruttati per portare la connessione Internet alle aree remote, e sicuramente la proprietà della Nasa è il posto ideale per i test, ma Google non ha fatto trapelare dettagli. David Radcliffe, real estate VP di Mountain View, si è limitato a dichiarare: “Non vediamo l’ora di rimboccarci le maniche e rimodernare lo storico Hangar One, patrimonio dell’America”.