AGENDA DIGITALE

Il governo accelera sullo Spid, Madia: “Tre milioni di utenti nel 2015”

Il ministro della PA e Semplificazione: “Identità digitale e anagrafe unica assi portanti dell’Agenda digitale”. Nel 2017 previsti dieci milioni di cittadini dotati di pin unico

Pubblicato il 18 Dic 2014

marianna-madia-140529153407

Lo Spid, il sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini ed imprese, “insieme all’anagrafe unica rappresenta lo strumento portante dell’agenda per la semplificazione”. Così il ministro della Semplificazione e PA, Marianna Madia, durante un’audizione in Commissione Semplificazione che aggiunge come per lo “Spid o pin unico, il risultato atteso è di avere tre milioni di utenti con l’identità digitale entro settembre 2015 e dieci per dicembre 2017”.

Lo scorso 9 dicembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 24 ottobre, quello che definisce le caratteristiche del sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese, il cosiddetto Spid, e i tempi di adozione del sistema per pubbliche amministrazioni e imprese. Il decreto è in sintesi il provvedimento legislativo che dà attuazione a una delle norme principali che compongono l’agenda digitale italiana.

Nello specifico lo Spid, Sistema pubblico dell’identità digitale, è un insieme di credenziali per accedere in rete a tutti i servizi della PA e quelli degli operatori commerciali che man mano aderiranno.

A metà novembre il ministro Marianna Madia aveva presentato la roadmap per l’identità digitale, con l’accordo tra Stato, Regioni e Comuni. La tabella di marcia prevede due fasi, la prima scatterà ad aprile del 2015 per arrivare al 2017 con 10 milioni di utenti collegati, ovvero un italiano su sei.

In un tweet il ministro, con l’hashtag #Repubblicasemplice, sintetizzava così l’accordo raggiunto in Conferenza unificata: “tempi certi su digitale, fisco, welfare, edilizia, impresa”. Cinque capitoli quindi che raccolgono le semplificazioni di cui si parla da molti anni con alcune novità come la dichiarazione di successione online, con riduzione di tempi e oneri (basterà un adempimento unico per denuncia di successione, voltura catastale e trascrizione).

Il Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese (Spid) mira a consentire al cittadino, una volta espletate le procedure di autenticazione con uno dei soggetti coinvolti, di usufruire di tutti i servizi online forniti da tutti gli altri autenticatori che hanno aderito alla rete, senza dover ogni volta adottare una procedura differente. Per fare un esempio: se un utente richiede all’impresa X, autenticatore privato, delle credenziali, potrebbe usarle per accedere ai servizi del Comune Y o dell’amministrazione Z, anch’essi nella rete Spid.

Si verrà dunque a creare una rete di autenticatori, che dovrà sottostare a regole, procedure e controlli delle credenziali e degli strumenti di accesso in rete nei riguardi di cittadini e imprese.

L’identità digitale che va intesa come un ecosistema innovativo a cui partecipano diversi attori, primo fra tutti il cittadino, il quale potrà ottenere una o più identità digitali. Il sistema è di fatto l’equivalente di un Passaporto Digitale, che conterrà alcune informazioni identificative obbligatorie, come il codice fiscale, il nome, il cognome, il luogo di nascita, la data di nascita e il sesso. Oltre a queste informazioni, l’identità conterrà altre informazioni come un indirizzo di email e un numero di telefono, utili per poter comunicare con il soggetto titolare dell’Identità. Oltre a queste informazioni, l’Identità conterrà una o più credenziali, utilizzate per poter accedere ai servizi in modo sicuro.

Il secondo attore è il Gestore delle Identità. Il Gestore è un soggetto pubblico o privato che, previo accreditamento presso l’Agenzia per l’Italia Digitale, si occuperà di creare e gestire le Identità Digitali. Oltre ai Gestori di Identità, sono previsti i Gestori di Attributi qualificati, ovvero soggetti che per legge sono titolati a certificare alcuni attributi, come un titolo di studio, una abilitazione professionale, ecc.

Il cittadino potrà utilizzare l’Identità Digitale sui “Gestori di Servizi”. I Gestori di Servizi saranno tutte le pubbliche amministrazioni, ovvero tutti quei soggetti privati che decideranno di aderire a Spid in maniera volontaria.

Il cittadino che desidera ottenere una Identità Digitale, si dovrà rivolgere ad uno dei Gestori di Identità Digitale accreditati. Il Gestore per poter fornire una Identità Digitale dovrà procedere con un riconoscimento forte del cittadino, attraverso una verifica de-visu.

Nel caso in cui il cittadino disponga già di una Identità Digital Spid oppure già in possesso di una Carta d’Identità Elettronica attiva o di una Carta Nazionale dei Servizi o di una Tessera Sanitaria con Carta Nazionale dei Servizi, potrà richiedere un’Identità Spid direttamente on-line, poiché il Gestore dei Servizi potrà usufruire della verifica de-visu e degli attributi già effettuata. Al momento della creazione dell’Identità Digitale, il cittadino verrà fornito di una o più credenziali di sicurezza.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati