“Il Governo spreca soldi online”, scatta l’interrogazione dei Cinque Stelle

Oltre 240 portali riconducibili all’esecutivo, denuncia il gruppo capitanato da Riccardo Nuti, di cui un quarto inattivo. “Costano troppo e la maggior parte non serve”

Pubblicato il 07 Lug 2015

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Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro i siti web istituzionali con un’interrogazione a prima firma di Riccardo Nuti, ex-capogruppo alla Camera. ”Il governo usa internet per fare propaganda – accusa Nuti – E scarica i costi sui cittadini. Esistono almeno 240 siti web riconducibili all’esecutivo e circa un quarto del totale risultano essere inattivi, mentre molti altri vengono aggiornati solo sporadicamente”.

”Il sottosegretario De Vincenti ci ha risposto con una lista parziale di indirizzi e un giro di parole che non chiariscono l’entità delle spese effettive -continua il parlamentare pentastellato – I 5mila euro al mese per la manutenzione software ci sembrano una cifra parziale. Molti di questi siti – insiste Nuti – sono troppo simili tra loro e hanno finalità solo propagandistiche. Basti dire che ci sono circa una decina di spazi web al fine di comunicare lo stato di avanzamento delle riforme annunciate dai vari esecutivi”.

“Sorvolando sullo scandalo di Verybello.it e sull’annosa querelle che riguarda Italia.it, è necessario, in un periodo di forte crisi economica, che vengano evitate spese inutili e che la gestione degli spazi web istituzionali sia oculata ed efficiente. Stop alle duplicazioni e ai relitti telematici che affollano e inquinano internet”, conclude Nuti.

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