IL DOCUMENTO

Il governo Uk: “L’Europa sia più ambiziosa sul mercato unico digitale”

In un’Europa frammentata consumatori e imprese sono svantaggiati e l’innovazione ostacolata. Londra in un documento ad hoc propone che la Ue compia “ambiziosi passi avanti per la creazione di un mercato aperto e flessibile”. Tra i temi caldi: privacy, roaming, neutralità della rete, concorrenza, fisco

Pubblicato il 13 Feb 2015

Patrizia Licata

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Il dipartimento Business, Innovation and Skills (BIS) del governo britannico ha approntato un documento di commento alle proposte europee sul Mercato Unico Digitale che delinea la visione di Londra sull’iniziativa europea e offre indicazioni su come focalizzare meglio la strategia comune. (BIS) del Governo Britannico. Il documento di Londra è stato inviato al Dipartimento Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dello Sviluppo Economico, all’Agid, al Digital Champion e ad alcuni Parlamentari.

“Il panorama europeo della comunicazione elettronica si è trasformato in un vero e proprio mondo digitale. Un mondo dominato dalle piattaforme web, costantemente modificato, a volte in modo dirompente, dall’arrivo di nuove tecnologie, e ricco di opportunità per quelle start-up che non si curano dei confini geografici quando creano nuovi prodotti e servizi”, si legge nel documento Uk. “L’Europa parte da una posizione eccellente, con alcuni esempi particolarmente avanzati come l’Estonia con le sue riforme dei servizi pubblici in Estonia, il mondo delle start-up in Germania e, nel Regno Unito, l’ecosistema delle tecnologie finanziarie. Molti Paesi europei, come l’Irlanda, il Belgio e la Svezia, hanno una banda larga ad alta velocità, e quella dei Paesi Bassi è più veloce della media statunitense. Ma, in questo nuovo mondo, la frammentarietà del quadro europeo fatto di singoli mercati nazionali e di normative datate appare sempre più anacronistica. In particolare, rispetto agli Stati Uniti, in Europa è ancora troppo difficile avviare, finanziare e far crescere un’impresa digitale che possa competere sul mercato globale”.

Dove si annidano le difficoltà principalI? I consumatori sono svantaggiati: gli utenti dei servizi che offrono musica, cinema o programmi Tv in streaming dovrebbero poter accedere ai servizi che hanno acquistato anche quando si recano in un paese Ue diverso dal proprio, ma attualmente non è così”, nota il BIS. Ancora, “le start-up non hanno facile accesso a un vasto mercato in cui operare, comprare e vendere e sono quindi svantaggiate rispetto alle imprese extraeuropee”, “modelli di business nuovi ed entusiasmanti, come i servizi peer-to-peer e le imprese legate alla sharing economy, sono frenati dalle normative introdotte da alcuni Stati Membri”, “in molti casi in tutta Europa i servizi pubblici non sono ancora offerti in prima battuta in forma digitale”. Per questo “Il Regno Unito propone che l’Ue compia ambiziosi passi avanti per la creazione di un mercato aperto e flessibile, con un quadro normativo che rifletta la natura dinamica dell’economia digitale”.

Prendendo in considerazione i due punti di vista dei consumatori da un lato e degli imprenditori dall’altro, il governo britannico avanza le sue proposte su ciò che ritenie che l’Ue debba fare nei prossimi cinque anni per tradurre in realtà la visione del mercato unico digitale.

Mobilità e sicurezza – un’Europa a misura di consumatore digitale. “Avere internet in tasca dovrebbe voler dire poter fare acquisti in qualunque parte del mondo, in qualunque momento, e dalla più vasta gamma possibile di venditori”, si legge nel documento del BIS. “I consumatori non dovrebbero essere penalizzati se utilizzano i servizi digitali o acquistano beni al di fuori del loro Paese, e dovrebbero poter sapere con certezza che i loro diritti saranno tutelati e che i loro dati saranno trattati in modo responsabile e trasparente, sulla base di un consenso informato”. Per Londra, “I consumatori dovrebbero poter acquistare una vasta gamma di prodotti e servizi digitali e utilizzarli ovunque nell’Ue, così come avviene con i prodotti fisici”, per questo il governo britannico chiede alla Commissione “di fare in modo che i consumatori possano accedere in base a condizioni eque e ragionevoli ai contenuti disponibili in modo legale, indipendentemente dal paese in cui si trovano”. Inoltre, i prezzi dei prodotti e dei servizi digitali non dovrebbero variare in modo iniquo in base al Paese UE d’origine del consumatore” e “la Commissione dovrebbe valutare fino a che punto i consumatori siano discriminati online sulla base del Paese in cui vivono e le conseguenze di tale discriminazione per l’economia e per i consumatori stessi, e proporre gli interventi necessari ad eliminare le eventuali discriminazioni ingiuste”

Per Londra ci

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