LE NUOVE RETI

Il Meridione, il somaro e il modem da 56k

Resta ancora aperta la questione della domanda: le imprese sono davvero in grado di adottare le nuove tecnologie pure a fronte dell’ultrabroadband? La rubrica di Piero Laporta

Pubblicato il 13 Mag 2016

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Ai primi di marzo fu diffuso il piano di ripartizione di 1.557 miliardi di fondi UE per la banda ultra larga. È stata inutile sinora l’attesa di correttivi a quelle cifre. Da almeno due anni Matteo Renzi annuncia: «Basta pianti interventi mirati per lo sviluppo.» Difficile capire come si concili sviluppo da un lato e ritardo della banda ultra larga dall’altro.

All’indomani della Conferenza Stato-Regioni con le cifre del piano si sono udite molte sciocchezze, speriamo dettate solo da piaggeria. «Superfluo investire in reti di nuova generazione» si disse «dove la domanda scarseggia a causa del ritardo delle imprese.» È nata prima la domanda o l’offerta? Senza scomodare l’uovo e la gallina, domandiamo perché la vocazione agroturistica, incollata sul Meridione dagli anni ’90 in poi, debba rinunciare alla teleconferenza HD, con banda simmetrica adeguata; perché si dimentica che l’ADSL non permette la telesorveglianza d’una serra di peperoni in superHD a 1080p, com’è consentito invece ai contadini provenzali e ai padroni francesi dell’olio tunisino.

Il piano del governo dedica 41,9 milioni alla Regione Puglia e 47,7 milioni alla provincia di Trento: alla “provincia”, avete letto bene. Basterebbero questi numeri per porre molte domande. D’altronde i 41,8 milioni alla Liguria contro gli 11 alla Basilicata, gli 86,4 milioni al Friuli contro 300mila euro (!) alla Sardegna, certificano che esiste un piano geniale e segretissimo, grazie al quale la vocazione agroturistica del Meridione si fronteggerà col sole, il mare, il mandolino. un somaro e un modem da 56k.

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