LA RIORGANIZZAZIONE

Il Nasdaq 100 rivede il peso delle big tech: dal 24 luglio scatta la nuova fase

Sette aziende rappresentano oltre la metà del valore. Annunciato un piano di ribilanciamento per “affrontare l’eccessiva concentrazione nell’indice ridistribuendo i pesi”. Un’azione speciale attuata solo due volte nella storia del listino tecnologico mondiale: nel dicembre 1998 e nel maggio 2011

Pubblicato il 12 Lug 2023

nasdaq

I “magnifici sette” pesano troppo e il Nasdaq 100 ricalibra i pesi. L’indice della Borsa hitech americana è impostato per regolare la ponderazione dei suoi 100 componenti, in cui le azioni delle sette big tech Microsoft, Apple, Nvidia, Tesla, Alphabet (Google), Meta Platforms e Amazon.com rappresentano più della metà del peso (55%). Di qui la decisione di un ribilanciamento speciale del Nasdaq 100 che si svolgerà prima dell’apertura del mercato lunedì 24 luglio.

La mossa punta ad affrontare la sovraconcentrazione nell’indice ridistribuendo i pesi. Il Nasdaq ha condotto un riequilibrio speciale solo due volte nella sua storia: nel dicembre 1998 e nel maggio 2011.

La storica decisione del Nasdaq 100 

Le sette aziende più grandi del Nasdaq 100 rappresentano oggi il 55% dell’indice e questa ponderazione combinata sarà ridotta. Secondo gli osservatori di mercato, è anche probabile che ci siano notevoli spostamenti di ponderazione relativa anche all’interno delle 7 big tech.

Sulla base della metodologia Nasdaq 100, dal 24 luglio il peso combinato delle cinque società con la più grande capitalizzazione di mercato sarà fissato al 38,5%. Le cinque aziende più grandi, Apple, Microsoft, Google, Amazon e Nvidia avevano finora un peso combinato del 46,7%.

I dettagli ufficiali verranno comunicati dal Nasdaq venerdì 14, probabilmente dopo la chiusura. Ci saranno anche azioni che vedranno un aumento delle ponderazioni, tra cui – secondo gli analisti di Wells Fargo – quelle di  Starbucks, Mondelez International, Booking Holdings, Gilead Sciences,Intuitive Surgical, Analog Devices e Automatic Data Processing. 

Quanto pesano le big tech

L’indice Nasdaq 100 è un indice di capitalizzazione di mercato modificato: la valutazione del mercato è il fattore più grande, ma con una metodologia per limitare la sovraconcentrazione.

I pesi attuali mostrano che la capitalizzazione di mercato è il fattore dominante, ma non è l’unico. Infatti, al 7 luglio, le azioni di Microsoft hanno il peso maggiore, il 12,9%. Le azioni Apple hanno un peso del 12,5%, nonostante abbiano una capitalizzazione di mercato di 2,999 trilioni di dollari rispetto ai 2,51 trilioni di dollari di Microsoft.

Le azioni di Google hanno una ponderazione del 7,4% con le classi di condivisione GOOGL e GOOG combinate.

Le azioni Nvidia hanno portato a una ponderazione Nasdaq 100 del 7%, grazie alla sua capitalizzazione di mercato di 1,05 trilioni di dollari. Questo è un peso leggermente più grande delle azioni Amazon (6,9%), anche se quest’ultima ha una valutazione significativamente più alta, ovvero 1,33 trilioni di dollari.

Le azioni di Tesla e quelle di Meta completano la lista dei 7 grandi, con pesi rispettivamente del 4,5% e del 4,3%.

Solo per riferimento, per l’intero composito Nasdaq, le azioni Apple avevano una ponderazione dell’11,4% al 7 luglio mentre Microsoft era al 9,5%. Le azioni GOOGL sono al 5,8% mentre Amazon e Nvidia sono al 5,1% e al 4%, rispettivamente. Le azioni TSLA hanno una quota del 3,3% e le azioni META sono al 2,8%.

Il ribilanciamento delle big cap

L’Etf Invesco QQQ, che tiene traccia dell’indice Nasdaq delle big cap, è aumentato del 37,5% nel 2023 fino al 7 luglio. Il First Trust Nasdaq 100 Equal Weighted Index ETF, che dà un peso uguale a tutte le 100 azioni, è aumentato di solo il 18,8%.

Questo, si legge su investors.com, riflette in gran parte i grandi guadagni delle big cap in Borsa. Nel 2023, finora, le azioni NVDA sono quasi triplicate (191%), le azioni META sono sale del 141%, mentre le azioni TSLA sono in aumento del 123%. Le azioni AMZN sono cresciute del 54,5%, quelle AAPL del 47%, MSFT quasi del 41% e quelle di Google del 35%.

Da questi dati nasce, probabilmente, la preoccupazione del Nasdaq che una manciata di titoli stia distorcendo il mercato azionario generale, con la conseguente decisione eccezionale di operare un riequilibrio.

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