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Il prezzo del Bitcoin? Arriverà a zero. L’infausta previsione al Forum di Davos

Secondo il fondatore di Bcg Digital Ventures, Jeff Schumacher, il valore della criptomoneta è destinato a contrarsi ulteriormente dopo le fibrillazioni del 2018. “La Blockchain è una tecnologia straordinaria, ma non una valuta”. Ecco come e quando sarà adottata da imprese e consumatori

Pubblicato il 23 Gen 2019

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“Credo fermamente che il prezzo dei Bitcoin arriverà a zero”. L’ha detto Jeff Schumacher, fondatore di Bcg Digital Ventures, parlando in occasione di un dibattito organizzato da Cnbc nella cornice del World Economic Forum di scena questi giorni a Davos, in Svizzera. “Penso si tratti di una straordinaria tecnologia, ma non è una valuta, in quanto non è fondata su niente”. Il punto è sempre quello: una cosa è la Blockchain, il supporto tecnologico su cui sono costruite le crittovalute, altra cosa è Bitcoin, moneta virtuale soggetta negli ultimi anni a enormi speculazioni e oscillazioni (ha perso solo nel 2018 480 miliardi di dollari di valore: oggi un’unità valeva 3.571 dollari) che hanno spaventato mercati e governi.

Schumacher è uno dei più ferventi sostenitori delle imprese che sviluppano soluzioni basate sulla Blockchain. E per lui, come per Brad Garlinghouse (Ceo di Ripple e altro relatore del workshop), il futuro non è Bitcoin, ma una serie di sistemi aperti e decentralizzati creati grazie alla Blockchain che i business utilizzeranno come protocolli di nuova generazione per le proprie attività. All’incontro di Davos c’erano anche Edith Yeung, partner di 500 Startups, e Glenn Hutchins, cofondatore di Silver Lake Partners. Hutchins ha puntualizzato che Bitocoin potrebbe avere un ruolo come deposito di valore, una sorta di portfolio di token da utilizzare in diverse tipologie di transazione. Mentre per Yeung la Blockchain sarà centrale nel settore dei pagamenti, ma con un altro ruolo. “Nei Paesi emergenti, soprattutto quelli asiatici privi di infrastrutture finanziarie e con un basso tasso di diffusione delle carte credito, è molto più semplice immaginare circuiti di pagamento basati sulla Blockchain che sui sistemi consolidati in Europa e Nord America”.

A prescindere dalle visioni per le declinazioni della tecnologia, quand’è che la Blockchain prenderà davvero piede? Per Garlinghouse occorreranno cinque anni, per Schumacher invece ne basteranno tre. Hutchins non si è espresso in termini temporali, ma ha precisato che l’adozione sistematica di questo genere di soluzioni avverrà nel momento in cui i consumatori potranno utilizzarne i servizi abilitati senza porsi la domanda di cosa ci sia alla base che li faccia funzionare.

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