Il processo di lancio di nuovi prodotti, un supporto strategico per l’azienda

Pubblicato il 10 Lug 2017

Le imprese manifatturiere italiane nel corso del 2016 hanno investito 1,2 miliardi di euro in soluzioni atte alla digitalizzazione dei processi operativi. Proprio in tal senso l’efficienza di un’azienda è strettamente correlata alla qualità con cui vengono sviluppati i suoi processi interni ed esterni. Quando questi sono strutturati e monitorati in maniera continuativa vi è un’alta possibilità di ottenere un maggior vantaggio competitivo, soprattutto se questi ultimi vengono gestiti attraverso logiche di digitalizzazione e di Smart Manufacturing.

Uno dei processi più critici e complessi da gestire e digitalizzare all’interno di un contesto manifatturiero, è certamente quello legato all’ideazione e al lancio di nuovi prodotti (NPD – New Product Development). Con il termine “New Product Development” ci si riferisce al processo completo, attraverso il quale si introduce un prodotto sul mercato: a partire da un’idea, che generalmente emerge da un concept innovativo di marketing, il prodotto si sviluppa attraverso fasi ben definite, come la realizzazione di un prototipo, il controllo della qualità, arrivando infine al lancio del prodotto. CST Consulting affianca e supporta i suoi clienti nell’implementazione e nello sviluppo di progetti di digitalizzazione del processo di lancio di nuovi prodotti.

L’approccio utilizzato per semplificare la gestione dei processi NPD parte sempre dall’identificazione degli step che lo caratterizzano i quali devono in primis essere verificati uno per uno attraverso il coinvolgimento diretto degli attori. Una volta ottenuto un modello con un giusto livello di dettaglio si passa all’implementazione vera e propria dello stesso dal punto di vista informativo. Tale processo è molto complesso ed è articolato in fasi che richiedono oltretutto un forte coinvolgimento di ruoli e professionalità eterogenee. La collaborazione tra i reparti Marketing, Sales, R&D con quelli di produzione rappresenta una relazione dalle forti potenzialità.

Questo scenario è supportato da un’ottica innovativa di digitalizzazione del processo produttivo, basato su interazione continua, condivisione delle informazioni e struttura puntuale del workflow al fine di renderlo il più efficiente possibile: tecnologie innovative e un approccio strategico consentono di gestire l’intero processo in maniera Smart ed efficiente.

Gli stakeholder a tal proposito devono poter accedere in maniera celere ad alcune informazioni chiave legate al processo, relative ad esempio all’avanzamento delle attività, ai costi sostenuti, alle previsioni di chiusura, identificando una single source of truth. È fondamentale quindi che le informazioni siano esaustive, aggiornate e che soprattutto raggiungano il destinatario corretto: per questo la digitalizzazione del concetto di “brief” è una trasformazione focale in quanto garantisce un’elevata interattività, nonché correttezza e completezza delle informazioni. I brief sono trasformati in “tasks”, cioè in attività per le quali è attesa una esecuzione, assegnata al destinatario corretto in tempo reale. Queste condizioni sono in grado di creare un ambiente di sviluppo collaborativo e sicuro per collegare l’intero ecosistema globale e, proprio come sostiene il MESA International Manufacturing Enterprise Solutions Association, le aziende manifatturiere dovrebbero coordinare in ottica collaborativa, attività e soprattutto processi che coinvolgono dipartimenti eterogenei.

In aggiunta, la scelta del software a supporto, cioè della cosiddetta “suite BPM”, non è da prendere alla leggera: la tecnologia in ambito BPM offre oggi molte opportunità innovative, anche in cloud. Rimane importante analizzare fin da subito quali sono le necessità di integrazione con sistemi terzi, quali sono i carichi di lavoro ipotizzati, quanta flessibilità è necessaria, sia per l’utente finale sia per gli sviluppatori, agendo poi di conseguenza nella scelta. Solo attraverso una conoscenza puntuale del processo da supportare e identificando gli eventuali bottleneck si può trovare la soluzione tecnologica a supporto più adatta alle necessità dell’azienda.

I vantaggi che si possono ottenere dalla gestione di questo processo sono:

· Standardizzazione, regola aurea della disciplina BPM, significa mappare il processo consentendo di ridurre gli spazi di aleatorietà, assicurando che tutte le “best practices” siano seguite e rendendo il workflow stesso un patrimonio aziendale.

· Accelerazione del Time To Market, elemento che oggi in un contesto evoluto e fortemente competitivo costituisce il principale beneficio richiesto da una business application. Accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti migliora il margine competitivo, ottimizza la produttività e consente di gestire costi e rischi.

· Digitalizzazione, aprendo alla possibilità di tracciare le informazioni. L’analisi di percorsi, frequenze e tempi di completamento rende possibile l’identificazione di correlazioni sofisticate, traducibili in KPI utili all’ottimizzazione del processo stesso e, soprattutto, in corrette decisioni di business. L’ampia gamma e la elevata numerosità di dati che la gestione di questo processo mette a disposizione rappresenta un’opportunità di analisi e di studio dei processi in atto. Analisi che può evidenziare con facilità eventuali gap di processo mal gestiti e al contempo facilitare una analisi predittiva che identifichi dove e come sia possibile intervenire per correggere o monitorare.

· Automatizzazione, integrando sistemi eterogenei. E’ una scelta che porta spesso benefici tangibili effettivi: minor numero di errori, diminuzione di attività utente considerate noiose e, di conseguenza, una minore resistenza al cambiamento degli attori coinvolti, che toccano con mano un immediato ritorno dalla informatizzazione del processo.

Per concludere, l’unione di tutti questi fattori permette l’elaborazione di vere e proprie considerazioni strategiche e fornisce al business elementi fondamentali per definire le azioni future.

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