FISCO

Il ritorno della web tax, Padoan: “Nell’agenda del G7 di Bari”

L’annuncio del ministro dell’Economia: “Al summit di maggio si discuterà la tassazione delle nuove forme di impresa nate con l’economia digitale”

Pubblicato il 09 Feb 2017

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La web tax sarà nell’agenda della riunione del G7 dei ministri delle finanze che si terrà a maggio a Bari. E’ quanto ha annunciato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della presentazione dei risultati della lotta all’evasione nel 2016. “Al G7 dei ministri delle Finanze si discuterà la tassazione delle nuove forme di impresa nate con l’economia digitale”, ha spiegato Padoan.

Nei giorni scorso il ministro si era detto favorevole ad affrontare il tema della tassazione dei colossi del digitale. “Il governo è impegnato a esplorare canali come la web tax”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. “Ritengo che sia un’area assolutamente indispensabile da esplorare ma complessa per ragioni sia politiche che tecniche”, ha spiegato Padoan sottolineando che dal punto di vista politico “una tassa simile sarebbe ottimale se adottata da più paesi almeno a livello europeo e dal punto di vista tecnico ci sono problemi non semplici nell’individuazione della base imponibile e di conseguenza nell’adozione di misure pratiche”.

“Ribadisco l’impegno del governo a esplorare questi canali – ha aggiunto il ministro – così come alla considerazione” della tassa su Airbnb “che è fonte possibile di reddito, anche in vista della prossima legge bilancio”.

Per Francesco Boccia, grande sostenitore della web tax, “le uniche imposte indirette che non si pagano nel nostro Paese sono quelle delle Over the Top dell’economia digitale”.

“Sarebbe meglio che fosse il Parlamento a regolare il rapporto con il fisco dei grandi colossi del web invece che le procure, che magari impiegano qualche anno a concludere le loro indagini – ha spiegato il presidente della commissione Bilancio della Camera, intervenendo nel corso dell’audizione del ministro dell’Economia – Il Parlamento dovrebbe avere un po’ di autonomia, anche rispetto alla Ue, visto che da Juncker possiamo al massimo ottenere soltanto qualche convegno in più sul tema”.

Il 16 gennaio l”Agenzia delle Entrate ha “bocciato” il ddl Mucchetti sulla web tax, il ddl Misure in materia fiscale per la concorrenza nell’economia digitale, all’esame delle commissioni Finanze e Industria al Senato, “è identico a quello già sottoposto al nostro esame, in merito al quale è stato formulato parere negativo” un anno fa, ovvero il 26 gennaio 2016, scrive l’Age , in un documento depositato dal viceministro Enrico Morando in commissione Bilancio a Palazzo Madama.

“In primo luogo – si legge nel documento – si osserva che il campo di applicazione della misura non appare circoscritto alle sole operazioni dell’economia digitale, ma riguarda tutti i pagamenti effettuati a soggetti non residenti per il tramite di intermediari residenti”.

L’Agenzia delle entrate fa inoltre notare che il testo Mucchetti “nel bloccare i pagamenti nelle more della comunicazione del numero di partita Iva, potrebbe risultare in contrasto con il principio di libera circolazione dei beni e servizi“.

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