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Il robot-chirurgo “Da Vinci” sbarca a Pescara

Il coordinatore del progetto, Achille Lococo: “Grazie a questo strumento possiamo formare i più giovani con le tecniche più avanzate”

Pubblicato il 18 Feb 2015

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“Riteniamo giusto creare le condizioni migliori affinché i chirurghi più giovani possano fare esperienza forti di competenze adeguate”. L’esperienza alla quale fa riferimento Achille Lococo, direttore del dipartimento di chirurgia toracica dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, è quella legata all’utilizzo, presso la struttura abruzzese, del robot “Da Vinci”, al quale si può ricorrere per interventi chirurgici di vario genere.

“Una macchina che se non è guidata bene non può fare nulla”, rimarca Lococo, che da coordinatore del progetto è convinto dei vantaggi derivanti da questa nuova tecnologia. A partire dalla minore invasività: con il robot situato a cinque/sei metri dal paziente, infatti, i tagli della chirurgia tradizionale sono soltanto un ricordo. E ancora, i gradi di libertà sono sette contro i due dei ferri chirurgici della laparoscopia, i movimenti possono essere demoltiplicati e non ci sono tremori legati alle mani del chirurgo, dunque si riducono sia i rischi per il paziente sia le giornate di degenza post intervento.

Da parte sua, lo staff dei chirurghi ed assistenti dell’ospedale di Pescara è stato formato per utilizzare al meglio il Da Vinci, che è composto da un nucleo centrale con bracci robotici con movimenti a 360 gradi, collegati a un computer con un visualizzatore tridimensionale e ad altissimo ingrandimento. Dopo il primo intervento, a inizio febbraio, effettuato dall’équipe di Lococo, altri reparti hanno cominciato ad utilizzare il robot: la chirurgia generale seconda, guidata da Massimo Basti, ha eseguito la resezione di un tumore al colon mentre la chirurgia ginecologica ha condotto con successo un’isterectomia totale (l’asportazione dell’utero) e una miomectomia (la rimozione di fibromi uterini).

“Gli interventi successivi saranno oncologici e avverranno già a marzo”, spiega Maurizio Rosati, direttore di ostetricia e ginecologia, che quindi si sofferma sulle migliorie derivanti dall’utilizzo della tecnologia robotica. “In alcune fasi dell’intervento si può lavorare in spazi ridotti con angolazioni diverse grazie ai bracci articolati del robot. Inoltre la presenza di questo strumento è utile per la formazione professionale, semplificando l’apprendimento”.

Dall’ospedale Santo Spirito di Pescara al policlinico Santissima Annunziata di Chieti, dove prosegue l’esperienza in chirurgia robotica da parte dell’équipe dell’unità operativa di chirurgia generale e toracica diretta dal professor Felice Mucilli e formata dai dottori Pierpaolo Camplese, Luigi Guetti e Barbara Maggi. A dodici mesi dal primo intervento di lobectomia polmonare robotica, infatti, sono stati eseguiti complessivamente venti interventi di chirurgia toracica maggiore. “La chirurgia toracica robotica ha permesso di eseguire interventi complessi in assenza di ampie incisioni come in passato, garantendo la radicalità oncologica”, afferma Mucilli, che rammenta come “per il paziente, il ricorso a tali tecniche significa drastica riduzione del dolore post operatorio, precoce mobilizzazione e dimissione con diminuzione dei costi di degenza, ritorno alla vita normale con ottimi risultati estetici e curativi a distanza”.

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