Una nuova sfida nell’ambito della cura delle malattie cerebrali che colpiscono i bambini. Una sfida che l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze – centro di riferimento nazionale nell’ambito del trattamento e della cura dell’intero spettro delle patologie di interesse neurochirurgico – intende affrontare puntando sull’apertura delle sale operatorie al robot neurochirurgico. “Si tratta di un sistema che permette di migliorare ulteriormente la qualità degli interventi di neurochirurgia, garantendo la massima sicurezza per i piccoli pazienti”, spiega Lorenzo Genitori, neurochirurgo e direttore scientifico del Meyer. Questo robot diventa adesso l’obiettivo della campagna di raccolta fondi con sms solidale al 45503, attiva fino all’1 marzo, della fondazione Meyer a favore della neurochirurgia dell’ospedale pediatrico di Firenze.
Esistono infatti patologie cerebrali per le quali è necessario raggiungere strutture anatomiche profonde, posizionare elettrodi intracerebrali per registrare reti neurali causa di crisi epilettiche famacoresistenti prima di procederne alla asportazione nella cura chirurgica dell’epilessia, oppure stimolare mediante correnti circuiti abnormi responsabili di malattie del movimento e di altri gravi disturbi neuropsichiatrici invalidanti. “Per ottenere la massima precisione e sicurezza nell’evitare complicazioni emorragiche, congiuntamente ad una minore invasività per i piccoli pazienti, la mano del chirurgo può essere guidata da una mano robotizzata grazie ad un sistema cibernetico che, sincronizzato sul cranio, localizza in sicurezza e rapidità le coordinate esatte degli obiettivi raggiungibili attraverso piccole aperture del cranio”, illustra Genitori, sottolineando poi come “in neurochirurgia, grazie alle nuove tecnologie, abbiamo compiuto davvero passi da gigante”.
Neurochirurgia moderna che, tiene a precisare il direttore scientifico del Meyer, “non può fare a meno di strumenti come questo”. Da parte sua, il nuovo sistema robotizzato permetterà di operare in abbinamento con le attuali strumentazioni, migliorando le performance di intervento a vantaggio del bambino; e ancora, proprio per la sua estrema precisione e versatilità nel calcolo delle traiettorie di ingresso al cervello, il robot consentirà di ridurre di oltre il 50% il tempo chirurgico, diminuendo anche la percentuale di complicanze, tra cui un minor rischio emorragico, una minore esposizione all’anestesia e una maggiore precisione del gesto chirurgico rispetto alle metodologie convenzionali.