Troppo potere in mano ai social media – ovvero Facebook, la piattaforma dominante. La blockchain e il registro distribuito dei dati degli utenti dei social potrà rendere più “democratico” e competitivo il sistema. È con questa convinzione che nasce negli Stati Uniti Project Liberty, iniziativa lanciata e finanziata con 100 milioni di dollari da Frank McCourt, miliardario americano del settore immobiliare ed ex proprietario dei Los Angeles Dodgers. Lo riporta il South China Morning Post.
Project Liberty intende usare la blockchain per costruire una infrastruttura Internet chiamata Decentralised social networking protocol. Si tratta di un database pubblicamente accessibile delle connessioni social delle persone che potrà permettere a ciascun utente di spostare la “storia” delle loro relazioni social tra una piattaforma e l’altra anziché restare legati a poche app dominanti.
“Democrazia e capitalismo a rischio”
Il punto di vista di McCourt rispecchia quello della Casa Bianca e di gran parte dei parlamentari americani, che stanno cercando di riformare le regole sulla concorrenza per arginare lo strapotere di pochi colossi tecnologici (e anche l’Ue è pronta a mettere Facebook sotto la lente antitrust). Ma al di là di quanto accade a Washington McCourt ha dalla sua altri imprenditori, tra cui il ceo di Twitter, Jack Dorsey, convinto delle potenzialità della blockchain per rendere più equa la competizione nel mondo dei social media.
Un registro distribuito delle connessioni social
L’idea dietro il registro distribuito del social networking (Decentralised social networking protocol) parte dalla considerazione che Facebook possiede i dati delle connessioni social tra i suoi utenti e questo dà alla piattaforma un enorme vantaggio sui competitor. Se, al contrario, tutte le aziende dei social potessero accedere a un social graph comune dovrebbero competere offrendo servizi migliori e le probabilità che una singola azienda diventi dominante si ridurrebbero enormemente.
La costruzione della blockchain dei social è affidata a Braxton Woodham, co-fondatore del servizio di food delivery Sun Basket ed ex chief technology officer di Fandango, sito dove si acquistano i biglietti per il cinema. McCourt finanzierà il lavoro di Woodham destinando 75 milioni di dollarialla Georgetown University di Washington, DC, e a Sciences Po a Parigi per gettare le basi tecnologiche del registro distribuito dei social media; gli altri 25 milioni andranno ad imprenditori che vorranno costruire servizi usando il Decentralised social networking protocol.
I social media sono un grande malato?
McCourt definisce l’iniziativa un “tentativo di aggiustare i social media”, una sorta di grande malato che mette in pericolo le dinamiche della concorrenza, la sicurezza e la privacy dei dati e ha ripercussioni anche sui comportamenti delle persone e la stessa tenuta sociale e democratica dei Paesi.
Un approccio decentralizzato abilitato dalla blockchain, secondo McCourt and Woodham, scoraggerebbe le persone dal postare contenuti violenti o illeciti, perché questi si trasferirebbero su qualunque altra piattaforma social.