Il Mezzogiorno mostra segnali di sviluppo promettenti e possiede una significativa capacità di attrarre start-up e pmi innovative: una vera e propria opportunità di rilievo in termini di crescita anche in ottica di lungo periodo. Il dato emerge dall’ottava e nuova edizione dell’EY Italian Macroeconomic Bulletin, l’analisi trimestrale che – a partire dall’analisi delle principali variabili macroeconomiche e sulla base di un modello macro-econometrico proprietario – fornisce previsioni a medio termine per l’economia italiana.
Secondo le proiezioni di EY per l’economia italiana, si evidenzia una crescita del Pil reale dello 0,7% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025, con una riduzione del tasso di inflazione dal 5,6% nel 2023 all’1,4% nel 2024, e all’1,9% nel 2025.
Fondamentale la gestione mirata dei fondi Pnrr
“Nonostante il panorama economico mondiale ancora incerto, secondo le nostre stime, grazie alla crescita del Pil nazionale reale prevista allo 0,7% e alla riduzione del tasso di inflazione all’1,3%, l’economia del Paese si sta gradualmente stabilizzando. Anche il mercato del lavoro si mantiene stabile con un tasso di disoccupazione che si attesta intorno al 7%”, dichiara Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia. “Guardando al futuro, il Pnrr si configura come un elemento chiave per stimolare la crescita. Le nostre analisi sottolineano, infatti, che una parziale attuazione del Piano può risultare in una mancata crescita del Pil tra lo 0,7 e l’1,8% in due anni, oltre a compromettere investimenti importanti per la crescita di medio-lungo periodo. Questo sottolinea l’importanza di una gestione ottimale e mirata degli investimenti”.
Ripresa economica diversificata
L’EY Italian Macroeconomic Bulletin ha approfondito il contesto economico delle macroregioni italiane (Nord, Centro e Mezzogiorno), facendo emergere una ripresa economica diversificata: se, da un lato, Nord e Mezzogiorno hanno superato nel 2022 i livelli di prodotto interno lordo registrati nel 2019, dall’altro il Centro è tornato in linea con i valori pre-pandemia. Anche in riferimento al mercato del lavoro, il Mezzogiorno mostra una crescita più dinamica rispetto al Nord ed al Centro, con circa il 6% in più degli occupati rispetto ai valori medi del 2019 (contro il 4% circa del Centro e circa il 2% delle regioni del Nord), anche se il tasso di disoccupazione rimane quasi doppio rispetto alla media italiana (12,8% nel secondo trimestre del 2024 contro il 6,8%) e delle altre regioni.
Focus sul potenziale di sviluppo del Sud Italia
“Secondo la nostra analisi economica focalizzata sulle macroregioni, si rileva una ripresa economica eterogenea, con il Mezzogiorno che mostra segnali di sviluppo promettenti e dove, tra il 2019 e il 2022, il settore delle costruzioni ha registrato una crescita del 28%, la più alta tra tutte le macroregioni. In particolare, la Campania ha visto un incremento del 74% nelle esportazioni tra il 2019 e il primo trimestre del 2024, per un valore di circa 5,38 miliardi di euro. Il Mezzogiorno possiede inoltre una significativa capacità di attrarre start-up e pmi innovative e questo rappresenta un’opportunità di rilievo in termini di crescita anche in ottica di lungo periodo. È fondamentale continuare a ottimizzare il potenziale di sviluppo e di innovazione del Sud Italia, nonostante le sfide strutturali ancora presenti e da trasformare in opportunità di crescita”, aggiunge Mario Rocco, Valuation, Modelling and Economics Leader di EY in Italia.
Il ruolo del Pnrr: i due scenari
In un contesto caratterizzato da elevati tassi di interesse che ancora costituiscono un freno ai consumi e agli investimenti privati, le previsioni di EY evidenziano quanto l’impiego dei fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) risulti determinante per la crescita del Paese. Con un’implementazione del Piano al 70% della stima delle risorse programmate per il 2024 e 90% al 2025, il PIL registrerebbe una crescita dello 0,4% nel 2024 e una crescita dell’1,2% nel 2025. Questo si tradurrebbe in una crescita cumulata al 2025 minore di 0,7 punti percentuali rispetto allo scenario base. Con un’implementazione del piano al 50% per il 2024 e 70% per il 2025, l’economia italiana sperimenterebbe sostanzialmente una stagnazione (0,1%) nel 2024 ed una crescita dello 0,9% nel 2025. Di conseguenza, la crescita cumulata al 2025 sarebbe minore di 1,8 punti percentuali rispetto alla baseline.