DECRETO RISTORI

Immuni, via al call center unico: assistenza dopo la notifica di “contatto a rischio”

Finanziato con 4 milioni di euro, fornirà un servizio di supporto telefonico e telematico agli utenti. Intanto è record di “alert”: oltre 5.000 in un giorno

Pubblicato il 29 Ott 2020

immuni

La app Immuni avrà anche il call center nazionale. Lo introduce il Decreto Ristori oggi in Gazzetta ufficiale: attivato presso il ministero della Salute, sarà finanziato con 4 milioni di euro complessivi, di cui uno disponibile subito e tre nel 2021.

Come si legge all’art. 20, “Il Ministero della Salute svolge attività di contact tracing e sorveglianza sanitaria nonché di informazione e accompagnamento verso i servizi di prevenzione e assistenza delle competenti aziende sanitarie locali. A tal fine, il Ministero della Salute attiva un servizio nazionale di supporto telefonico e telematico alle persone risultate positive al virus SARS-Cov-2, che hanno avuto contatti stretti o casuali con soggetti risultati positivi o che hanno ricevuto una notifica di allerta attraverso l’applicazione Immuni (…), i cui dati sono resi accessibili per caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività. A tal fine i dati relativi ai casi diagnosticati di positività al virus SARS-Cov-2 sono resi disponibili al predetto servizio nazionale, anche attraverso il Sistema Tessera Sanitaria ovvero tramite sistemi di interoperabilità”.

Fondamentale il sistema Tessera Sanitaria Elettronica

Il governo cerca così di sanare una lacuna di Immuni segnalata da molti utenti: una volta ricevuta la notifica di avvenuto contatto a rischio, non c’era assistenza in merito alle decisioni da intraprendere.

Il Decreto non spiega con chiarezza quale ente si occuperà di mettere a punto il nuovo servizio di call center: potranno occuparsene sia il ministero della Salute che il Commissario straordinario per l’emergenza.

Il Decreto Ristori, all’art. 19, fornisce anche “Disposizioni urgenti  per  la  comunicazione  dei  dati  concernenti l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”. Queste disposizioni si fondano sulle funzionalità del Sistema Tessera Sanitaria, che permette ai medici di “predisporre il referto elettronico relativo al tampone eseguito per ciascun assistito, con l’indicazione dei relativi esiti, dei dati  di contatto, nonché delle  ulteriori  informazioni necessarie alla sorveglianza epidemiologica”.

Il Sistema Tessera Sanitaria rende disponibile immediatamente all’assistito il referto elettronico, nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e anche attraverso una piattaforma nazionale gestita dal  Sistema Tessera Sanitaria (TS) e integrata con i singoli sistemi regionali. Il referto elettronico, con esito positivo, va anche al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria  locale territorialmente competente, mentre il Commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica riceve il dato sul numero  dei  tamponi  antigenici  rapidi  effettuati,  aggregato  per regione o provincia autonoma. I dati vengono condivisi infine nella piattaforma istituita  presso  l’Istituto  Superiore  di Sanità e trasmessi al ministero della Salute.

I dati di Immuni: è record di notifiche

Il ministero della Salute ha reso noto, tramite lo stesso sito di Immuni, i dati sull’andamento della app aggiornati al 27 ottobre: i download dell’applicazione hanno raggiunto la cifra di 9,43 milioni, le notifiche inviate sono 41.426 e gli utenti positivi al Covid 1.673.

Lo stesso 27 ottobre si è registrato il numero più alto di notifiche di possibile esposizione al coronavirus inviate dalla app Immuni: 5.195 (nonché un picco di utenti positivi: 143).

A metà mese Immuni ha superato la soglia di download necessari perché il sistema di tracciamento sia efficace. Lo ha annunciato la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, spiegando che “attualmente sono 8 milioni e 600 mila le persone che si sono dotate dell’applicazione”, pari al 16% della popolazione.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Oxford, citato dalla ministra, le applicazioni di notifica sono efficaci a prescindere dal numero delle persone che la scaricano. L’ateneo britannico nello studio ha precisato che, anche con un numero inferiore di utenti al 60% stimato precedentemente come soglia minima, si può ottenere una riduzione del numero di casi di Coronavirus.

“In un più recente contributo scientifico le Università di Oxford e Stanford – ha ricordato Pisano – hanno individuato nel 15% una soglia già in grado di ridurre le infezioni e i decessi, ove il sistema di notifica di esposizione sia abbinato ad altre misure tradizionali di contenimento”. “Ad oggi, abbiamo superato questa soglia, considerato che il numero di persone che hanno scaricato l’app nel nostro Paese corrisponde al 16% dell’intera popolazione italiana maggiore di 14 anni.

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