IL PROVVEDIMENTO

Impresa 4.0, firmato il decreto sugli innovation manager

Il Mise licenzia il provvedimento che regola la figura che sosterrà le imprese nel processo di digital transformation. Sul piatto 25 milioni di euro all’anno. Il ministro Di Maio: “Serve rafforzare il Piano nazionale, gli incentivi devono essere non più straordinari ma strategici”

Pubblicato il 22 Mag 2019

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Dal governo sprint all’impresa 4.0. Il ministro allo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, davanti all’assembla di Confindustria promette un rafforzamento delle strategie per innovare i settori produttivi in ottica 4.0.

“Ho firmato il decreto attuativo per introdurre nelle nostre Pmi un manager dell’innovazione ma non possiamo accontentarci – ha detto Di Maio – Il nostro è un paese di grandi divari, ma la qualità dei ricercatori italiani è riconosciuta in tutto il mondo. Nei prossimi mesi e nei prossimi anni abbiamo davanti a noi una grande sfida, costruire le autostrade digitali”.

La figura dell’Innovation Manager è introdotta dalla manovra 2019 per  “sostenere i processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali”. L’incentivo a fondo perduto (voucher) è pari a 40.000 euro per le micro e piccole imprese nel limite del 50% della spesa;  25.000 euro per le medie imprese nel limite del 30% della spesa; 80.000 euro per le reti d’impresa nel limite del 50% delle spese sostenute. Sul piatto 25 milioni di euro all’anno.

Su Industria 4.0 “è in corso una riflessione per rafforzare il Piano e per dare continuità – ha poi sottolineato il ministro – Serve un nuovo cambio di passo e non reiterare misure introdotte in logica di una tantum”.

“Prima della pausa estiva ci sarà una riunione della cabina di regia – ha spiegato – che non deve condizionare le scelte imprenditoriali ma accompagnarle. Mi impegno per il prossimo anno a mettere le imprese nelle condizioni di effettuare un piano di medio-lungo periodo. Dobbiamo passare da un approccio straordinario a un approccio strategico”.

Serve un piano nazionale con il contributo di tutti gli stakeholders, il dialogo è l’unica via per la de carbonizzazione di tutto il sistema produttivo – ha aggiunto – Le imprese giocheranno un ruolo fondamentale, solo insieme a nostri imprenditori potremmo fare bene”.

Cosa prevede la manovra 2019 per Industria 4.0

Dopo il pressing di Confindustria Digitale, che ne ha fatto il suo cavallo di battaglia,la grande novitò riguarda il cloud: viene stabilita la maggiorazione al 140% della deducibilità dei canoni pagati per servizi e software fruiti su cloud.

Per quanto riguarda l’iperammortamento, la manovra fa slittare i termini della maggiorazione per gli investimenti 4.0 per un anno  – si tratta di ordini effettuati dal 1 gennaio 2019 al 31 dicembre 2019 con consegna entro 31 dicembre 2020 – e introduce aliquote differenziate: 270% per i progetti fino a 2,5 milioni; 200% per quelli tra 2,5 e 10 milioni; 150% per quelli tra 10 e 20 milioni. Previsto un tetto massimo per gli investimenti pari a 20 milioni, oltre i quali non ci si può avvantaggiare della maggiorazione. Confermato l’incentivo per i beni immateriali al 140%.

Le risorse per la Nuova Sabatini, che garantisce alle Pmi un  contributo pari al 3,575% del capitale preso in prestito, sono pari a 480 milioni.

Novità anche sul fronte credito di imposta per l’R&S. Il tetto massimo scende da 20 a 10 milioni mentre l’aliquota passa dal 50% al 25%. Il bonus resta del 50% per le spese che riguardano il personale dipendente e per i contratti stipulati con università, enti di ricerca e startup innovative.

Viene rinnovato il credito d’imposta per le attività di formazione con tre aliquote diversificate per dimensione di impresa: 50% per le piccole con un tetto massimo di 300.000 euro, 40% per le medie imprese e 30% per le grandi con un tetto di 200.000 euro per azienda.

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