Contrordine: i social network alle aziende fanno bene. Magari, come disse Diego Piacentini vp di Amazon al momento della presentazione del sito italiano della società, “non ci sono evidenze che servano a vendere”, ma possono essere utili per intrattenere una buona relazione con i clienti.
Anche a livello italiano indagini e ricerche testimoniano che in molti hanno iniziato a comprendere la vecchia regola del “Cluetrain manifesto” secondo la quale “i mercati sono conversazioni”. Un detto sempre più attuale e che oggi vede Facebook, Twitter e Youtube strumenti adottati per ascoltare, monitorare e avere il polso della situazione.
Anche le piccole imprese sembra si siano accorte delle potenzialità dei social media. La seconda edizione dell’Osservatorio Iulm stima al 43% il dato relativo alle Pmi contro il 9,8% della precedente edizione. E anche Giancarlo Capitani di NetConsulting nella Cio survey osserva che “sottotraccia ci sono movimenti interni delle aziende che guardano verso il social”.
Nella sua analisi mette particolare attenzione al social media management. “Le aziende – spiega – sono più interessate alla gestione della community esterna, puntano sulla fidelizzazione di un cliente sempre più infedele e cercano di acquisirne di nuovi. Siamo passati dalle aziende che impongono al mercato a quelle che lo ascoltano”.
Un atteggiamento che parte soprattutto dalla grandi aziende. L’indagine di Digital Pr e del Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano ha realizzato tre report su consumer electronic, banche e assicurazioni e automotive (un quarto sul retail è in arrivo) con risultati che “ci hanno colpito positivamente – racconta Elisabetta Locatelli dell’Osservatorio -. Le prime 20 aziende italiane mostrano interesse verso i social network sui quali stanno costruendo strategie che hanno una forte disomogeneità fra settori”. Banche e assicurazioni hanno una marcia in meno anche se qualcuno come le banche online va a velocità maggiore. “Stanno passando da una comunicazione di tipo istituzionale, vincolata dalla normativa, a una più flessibile”, commenta Locatelli.
L’attenzione verso i nuovi strumenti è confermata dall’indagine “Quanto è social la tua azienda?” condotta in collaborazione da Aidim (Associazione del direct marketing), Anved (Vendie a distanza) ed eCircle. Condotta su 315 responsabili marketing e direttori commerciali di aziende italiane, l’indagine rivela che il 75% dei rispondenti utilizza già Facebook e compagnia, un dato che nel caso delle aziende di e-commerce arriva alla quasi totalità. E chi non ci ha ancora provato spiega che non ha ancora una strategia chiara. Il problema della strategia riguarda anche chi è già sbarcato su Facebook.
L’indice di SocialMediAbility medio delle Pmi dello Iulm dice che le pratiche di utilizzo tradiscono la voglia di esserci, ma anche scelte poco supportate da competenze specifiche. Andiamoci e vedremo, sembra dicano le aziende. È l’opinione anche di eCircle secondo la quale due terzi di chi già utilizza i social media sembra avere obiettivi generici e poco focalizzati. Un dato che conferma l’analisi dell’Osservatorio sul commercio elettronico del Politecnico di Milano del 2011 che parlava di prevalenza dell’approccio “timido”, rispetto a quello “convinto”, nei confronti del social commerce. Secondo Maurizio Alberti, managing director di eCircle Italia, “emerge un quadro di sperimentazione, con strategie ancora in fase di trasformazione e assestamento. Non sorprende, quindi, che anche il livello di soddisfazione sia ancora moderato. Solo l’8% delle aziende dichiara di aver raggiunto gli obiettivi e il 19% non aveva alcun obiettivo quantitativo specifico”.
La Cattolica, che ha esaminato le grandi imprese, afferma che Facebook è il più utilizzato, il blog pare vivere momenti difficili e Twitter riscuote un buon successo soprattutto nell’ambito della consumer electronic con info sui prodotti e customer care. Buono l’utilizzo di Youtube. eCircle conferma il ruolo di Facebook utilizzato dall’84% del campione anche per il B2B, seguito da Linkedin e Twitter e, a sorpresa, da Google+ scelto dal 25% delle aziende.
Valutazioni simili per lo Iulm che conferma la popolarità di Facebook che vanta una percentuale di aziende attive doppia rispetto alla precedente rilevazione, e registra la crescita di Twitter, Linkedin e YouTube, con una crescita del 20% rispetto all’anno precedente.
Oltre il 60% delle imprese, racconta eCircle, promuove il proprio brand o prodotto con una fan page e il 50% lo fa con un profilo, mentre solo il 30% sceglie di pianificare campagne pubblicitarie sui social media. Un dato interessante riguarda le risorse destinate al social media marketing: anche se il 54% delle aziende che utilizzano i social media ha almeno una risorsa interna dedicata, solo il 58% aggiorna con regolarità il proprio spazio su Facebook o Twitter.