CYBERCRIME

In Iran un Consiglio supremo per Internet

L’ayatollah Khamenei ordina la creazione di un’agenzia che avrà il compito di supervisionare e difendere il Paese dai cyber-attacchi. Nel board 15 membri

Pubblicato il 07 Mar 2012

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L’Iran teme gli attacchi informatici ma anche l’opposizione che usa gli strumenti di Internet per far sentire la propria voce; per questo la Guida suprema del paese, l’ayatollah Ali Khamenei, ha ordinato la creazione di un’agenzia col compito di supervisionare e "difendere il Paese" da eventuali cyber-attacchi, come riportano i media statali iraniani. Questo “Consiglio supremo per Internet” dovrà dar vita a un Centro nazionale per avere “una completa osservazione di Internet a livello nazionale e internazionale”, riferisce la tv di stato.

Il nuovo organismo avrà anche il compito di studiare “l’impatto di Internet sulle differenti dimensioni della vita sociale e individuale della gente”, nonché fornire agli utenti “vasti e utili servizi” nel settore. Otterrà “piena supervisione su tutti i processi decisionali in materia”.

A formare il Consiglio supremo saranno 15 persone, fra cui il Presidente e capo del governo, il presidente del Parlamento, il Capo della magistratura, il comandante delle Guardie rivoluzionarie, i ministri dell’Intelligence, della Cultura e delle Telecomunicazioni, il presidente della Comissione cultura del Parlamento e il responsabile della polizia per Internet.

La nascita dell’agenzia è un nuovo provvedimento deciso dal governo di Teheran per monitorare le attività del web dopo la diffusione del virus Stuxnet nel 2010 che aveva colpito anche un sito iraniano. Già lo scorso anno era stata creata un’ unità di “cyber-polizia” per far fronte ai cosiddetti "crimini moderni", tra cui l’Iran include però anche le attività online dei gruppi di opposizione.


Nelle proteste successive alle elezioni del 2009, infatti, i manifestanti riuscirono a eludere la censura e a far arrivare in patria e all’estero notizie sulle loro iniziative grazie ai blog, ai social network e ai siti di micro-blogging come Twitter. Gran parte di questi siti sono oggetto di censura in Iran, ma molti utenti riescono ad accedervi comunque grazie a software-pirata.

Anche i siti di vari organi di stampa internazionali sono censurati in Iran e nelle scorse settimane è stato bloccato per giorni l’accesso alle e-mail straniere e ai siti che richiedevano una registrazione per l’accesso, con danni lamentati anche dalle attività economiche.
Per far fronte a questi problemi, molti utenti si attrezzano con versioni sempre più aggiornate di software antifiltro, ma anche il governo di Teheran, come abbiamo visto, si attrezza.

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