Non si tratta di un film di fantascienza, ma dei soliti salti in avanti a cui ci sta abituando la tecnologia. Stanno per partire per il Kenya alcuni palloni aerospaziali per portare la connettività nelle aree rurali.
Protagonista dell’impresa è Loon, società spin off di Google che già 5 o 6 anni fa aveva annunciato il possibile passo. E non è certo un passo da poco quello di portare la connessione Internet in aree remote del pianeta tramite l’uso di palloni aerostatici. Loon ovviamente non può lavorare da sola ed è infatti collegata sul territorio con Telkom Kenya, terzo operatore di telecomunicazioni del paese per consentire agli abitanti delle zone montuose del paese di comprare servizi 4G a prezzo di mercato.
Per la popolazione si tratta di un’occasione unica. Prima di tutto si tratterà di familiarizzare con le infinite possibilità fornite dalla connettività e poi, perché no, le cose da fare sono molte, non ultima la possibilità di creare piccole attività commerciali. Per Loon, ovviamente, si tratta di aprirsi a nuovi potenziali mercati. Pur facendo del bene.
Si tratta infatti di uno dei tanti esempi di sviluppo tecnologico che fa rima con sviluppo. La società infatti, portando connettività nelle parti più remote del mondo potrà in parte iniziare a colmare quel digital divide che colpisce ancora molte aree della Terra e in cui creare una rete senza fili continua ad essere troppo costoso.
Non è comunque la prima volta che i palloni di Loon si alzano in volo. La loro utilità è già stata sperimentata, in questo caso gratuitamente, in altre zone del pianeta. Negli ultimi tre anni, infatti, Loon ha concesso i suoi palloni ad operatori sia in Perù che a Porto Rico per soppiantare le torri distrutte da disastri naturali.
Per quanto riguarda comunque la prima vera missione commerciale, quella in Kenya, se gli abitanti del paese si dicono entusiasti, dall’altra ci sono gli operatori senza fili dei 4 continenti che hanno manifestato tutto il loro pessimismo ritenendo Loon inadatto all’impresa. Da Telkom Indonesia a Vodafone New Zealand e persino il gigante francese Orange. Quest’ultimo però ha aperto uno spiraglio. Hervé Suquet, chief technology and information officer di Orange per il Medio Oriente e l’Africa ha infatti dichiarato che se il risultato in Kenya dovesse essere positivo potrebbe rivedere le sue posizioni.