L’incontro Governo-Almaviva Contact avverrà giovedi’ 26 ottobre. Lo ha scritto su Twitter il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo a un dipendente che lo ringraziava per la sospensione dei trasferimenti. Almaviva Contact ha sospeso il trasferimento di 64 dipendenti di Almaviva Contact da Milano a Rende, in Calabria, dopo l’intervento del ministro di sabato scorso. Secondo il ministro il trasferimento si sarebbe configurato “come un licenziamento seppure mascherato”. A seguire la nota ministeriale con cui l’azienda aveva fatto sapere che accoglieva “con responsabilità l’appello del Governo a sospendere le misure finora adottate, in attesa dell’incontro in sede ministeriale, previsto nei prossimi giorni, per la necessaria definizione di un’intesa che garantisca l’indispensabile equilibrio del sito produttivo”.
Nella nota, Almaviva Contact parla della fine di “un rilevante contratto da tempo gestito nel sito milanese”. Il mancato rinnovo del contratto – si legge – “ha determinato per Milano una riduzione pari al 25 per cento delle attività, generando una condizione di esubero del personale e di non equilibrio del centro produttivo”. Per affrontare questa situazione, la società dice di aver “attivato per tempo un confronto responsabile e trasparente con le rappresentanze sindacali aziendali, al fine di identificare un accordo fondato su soluzioni possibili e percorso condiviso”. Dopo oltre due mesi di colloqui, continua Almaviva Contact, “l’ipotesi di intesa sottoscritta con la maggioranza delle Rsu della sede milanese aveva previsto una serie di misure volte al recupero di efficienze e produttività del centro, senza alcuna iniziativa relativa al costo del lavoro, accompagnate dal ricorso a un ammortizzatore sociale di breve periodo, diretto alla riconversione e formazione del solo personale in condizione di esubero”. Questa intesa, racconta il comunicato motivando le lettere di trasferimento, è stata respinta nella consultazione tra i lavoratori e “ha imposto di assumere con tempestività tutte le misure ineludibili e consentite dal contratto al fine di minimizzare le conseguenze negative per l’insieme dei lavoratori e per le attività del centro di Milano”.