I bit stanno rimpiazzando gli atomi come materia prima dell’interazione umana. Nel 2020 avremo oltre 50 miliardi di oggetti connessi alla rete. Se gestita con etica e consapevolezza, questa rivoluzione ci porterà valore. E Vetrya ha provato a spiegare come sarà questa rivoluzione dal palco del Teatro Mancinelli di Orvieto.
L’Ad Luca Tomassini ha preso per mano il pubblico, conducendolo in un viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro. Dietro di lui un grande schermo con l’alternarsi di video e immagini di impatto sull’evoluzione – rivoluzione del modo di comunicare negli anni per le diverse generazioni e sul ruolo dirompente di internet in quella che si può definire la quarta rivoluzione industriale che è digitale. Internet ha rivoluzionato i rapporti sociali, gli stili di vita e il contesto quotidiano e attraverso gli smartphone è iniziato un nuovo modello di connessione h24.
“Le applicazioni e potenzialità di sviluppo sono significative e vicine, ad esempio nel campo della medicina, dell’agricoltura con i droni, della casa, dell’entertainment con i second screen, del marketing con la profilazione attraverso i social network e il digital advertising, o ancora con i sistemi di mobile payment”, dice Tomassini.
Vetrya calvalca anche la rivoluzione robotica con Vetryo, robot mobile di telepresenza, e la realtà immersiva per la fruizione interattiva di contenuti di design review per l’industry 4.0, con il visore HoloLens di Microsoft – la controllata americana Vetrya Inc. fa parte del programma di sviluppo -. HoloLens è in grado di riconoscere le diverse superfici: attraverso applicazioni native Vetrya è possibile immergersi completamente in scenari virtuali attraverso una realistica percezione degli elementi, dello spazio e delle profondità. Si tratta di una nuova offerta per l’industry 4.0 per presentare prodotti non trasportabili o non facilmente accessibili, evitare la realizzazione di prototipi fisici, realizzare programmi formativi e soprattutto ottenere benefici su costi e sul processo di progettazione.
Il futuro digitale è nell’Internet of Things: nel 2020 avremo oltre 50 miliardi di oggetti connessi alla rete e ad oggi soltanto nel Corporate campus di Vetrya ce ne sono oltre 5000. Ed è nell’ambito delle attività di innovazione sul mondo dell’Internet degli oggetti (IoT) ed in particolare dell’automotive digitale che è stata presentata un’importante novità: il primo prototipo italiano di auto elettrica digitale connessa.
E-vial – questo il nome della city car progettata e sviluppata dal gruppo Vetrya – è in grado di essere gestita da smartphone e controllata in tutte le sue funzioni da un tablet che opera come cruscotto multimediale. Tra le caratteristiche principali: l’apertura automatica delle porte e accensione veicolo su base riconoscimento del proprio smartphone, il controllo posizione, lo stato veicolo (carica, consumi, report, ecc.), mappe e navigatore interattivo/predittivo, navigazione web, radar ostacoli e telecamere HD a 360 gradi, applicazioni native per musica, telefono. Una social car, come testimonia ad esempio il servizio che prevede “l’abbraccio” della cintura di sicurezza al conducente quando si riceve un like da un social media.