IL PIANO

Industria 4.0, Regioni a caccia di un ruolo guida

Rossi (Toscana): “Pronti a raccogliere la sfida, in campo con il nostro konw how manifatturiero”. La Campania spinge sui contratti di sviluppo. Ma il governatore del Veneto Zaia punta il dito contro i competence center: “Una follia lasciare fuori gli atenei veneti”. Il Lazio stanzia 155 milioni

Pubblicato il 22 Set 2016

F.Me

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Le Regioni pronte a cavalcare la rivoluzione Industria 4.0. Nelle prossime settimane sarà scelto infatti il rappresentante dei territori nella cabina di regia istituita dal piano Calenda. “Le regioni come la Toscana sono già pronte a raccogliere la sfida lanciata oggi dal Governo e ad offrire il proprio contributo anche attraverso gli strumenti per il sostegno all’attività di ricerca applicativa da parte delle Università e per la formazione professionale – sottolinea il governatore Enrico Rossi – La Toscana nell’ultimo bando di ricerca e sviluppo 2014-2015 ha già ammesso progetti riguardanti la fabbrica intelligente per 31 milioni di cofinanziamenti regionali e progetti per l’Ict per altri 41 milioni di contributi. Inoltre il S. Anna è presente in 11 progetti (4 per fabbrica intelligente, 5 per l’Ict), a dimostrazione di una scelta, quella odierna, non casuale da parte dei Ministeri”.

La Toscana è stata inoltre una delle prime Regioni ad approvare nell’aprile scorso uno studio che fotografa presenze e carenze delle tecnologie industriali 4.0 nei diversi settori produttivi del territorio regionale e individua i percorsi di transizione verso l’economia digitale.

“Siamo contenti – prosegue Rossi – che, a partire dal protocollo di intesa del 25 luglio 2016 tra Mise e Miur, siano stati identificati i primi 5 centri di competenza (Politecnici di Milano, Torino e Bari, Universita’ di Bologna e Scuola Superiore S. Anna di Pisa ndr) a cui affidare il compito di formare e sperimentare, con le imprese, le nuove tecnologie 4.0″. L’analisi del presidente Rossi si concentra sul rapporto tra territorio, imprese e innovazione tecnologica. “E’ normale – afferma – che l’Italia, secondo Paese trasformatore in Europa dopo la Germania, faccia le sue scelte individuando i primi centri in grado di declinare i progetti industriali innovativi sui territori assieme alle imprese. Il passaggio dagli slogan ai fatti e’ una buona notizia per le imprese, gli investitori e i territori interessati”.

“Mentre l’industria di base – insiste – non ha ancora un adeguato piano di rilancio, una visione unitaria, è incoraggiante quello che si annuncia sul fronte dell’industria avanzata. E’ chiaro però che i due livelli devono interagire e che il tessuto connettivo resta il territorio e la sua rete di distretti produttivi. In questo contesto le Regioni contano, basta pensare allo sviluppo economico, alla formazione, al trasferimento tecnologico”.

Per Luca Zaia, presidente del Veneto, il piano estromette delle eccellenze storiche nella ricerca. ”Se le dichiarazioni del Ministro dello Sviluppo Economico troveranno conferma nei fatti, e non ho motivo per dubitarne, si apre un nuovo corso in un settore nel quale le Università venete sono state storicamente penalizzate – dice Ziaia che, a questo proposito, ha scritto una lettera a Calenda per caldeggiare il coinvolgimento del Veneto nel Piano Italia 4.0 – Assicuro sin d’ora la massima collaborazione in ogni passaggio, perché crediamo nell’innovazione e ricerca come elemento fondante del nostro sistema produttivo e universitario”.

”Già oggi – conclude Zaia – l’eccellenza delle nostre imprese e dei nostri ricercatori è universalmente riconosciuta ed è garanzia che qui le cose verranno fatte per bene”.

Plauso dalla Campania. “La Campania si candida ad essere la Regione pilota di questa nuova fase e, in particolare, degli iperammortamenti per le imprese, del credito di imposta incrementale per la ricerca, della finanza a supporto dell’Industria 4.0, dei contratti di sviluppo e dell’ultimo miglio per connettere le imprese alla banda ultra larga – evidenzia l’assessore alle Attività Produttive, Amedeo Lepore – La Regione ha approvato, il 19 luglio scorso, la legge regionale ‘Manifattura Campania: Industria 4.0’ “in piena coerenza con il piano presentato a Milano”.

“La scelta di comprendere l’Università campana tra i “competence center”, con la Federico II e il sistema universitario regionale – sottolinea l’assessore – è il riconoscimento di un ruolo essenziale del nostro territorio nella ricerca e sviluppo. Una stretta collaborazione sul piano degli investimenti innovativi nell’industria – conclude – è il terreno concreto della sinergia tra il Governo nazionale e la Campania per muovere questa leva fondamentale di sviluppo economico e di crescita dell’occupazione”. Del piano Inustria 4.0 il presidente del Consiglio ha parlato a Battipaglia, il 12 settembre scorso, nel corso di una visita alla Fos (Fibre Ottiche Sud) del Gruppo Prysmian, azienda leader nella produzione di fibra ottica che in tutta la Campania occupa circa 1000 persone”.

Il Lazio intanto anticipa i tempi della trasformazione digitale. Il presidente, Nicola Zingaretti, e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani, hanno presentato gli 8 bandi per la reindustrializzazione del territorio laziale in uscita tra il 2016 e il 2017. Per sostenere gli 8 bandi la Regione stanzia 154,5 milioni di euro: 143 milioni a valere sulla programmazione Por Fesr 2014-2020 e 11,5 milioni dal bilancio regionale. Il programma prevede la pubblicazione dei bandi tra l’estate del 2016 e i primi mesi del 2017; 102 milioni saranno impegnati subito, mentre i restanti 53 mln saranno distribuiti in una seconda fase, su quegli ambiti per i quali il tessuto produttivo avrà dimostrato maggiore propensione a investire e più innovativa capacità progettuale.

Questi nello specifico gli otto bandi, con la loro iniziale dotazione dei relativi bandi:

• Mobilità sostenibile e intelligente (automotive, logistica) 16,5 milioni

• Life 2020 (scienze della vita, agrifood e farmaceutica) 18,4 milioni

• Ket 2020 (Ict e tecnologie abilitanti) 16,8 milioni

• Turismo e beni culturali (riqualificazione dell’offerta turistica e culturale) 10,6 milioni

• Aerospazio e Sicurezza 7,9 milioni

• Creatività 2020 (industrie creative) 9,2 milioni

• Casa 2020 (edilizia sostenibile, domotica, soluzioni smart) 8,6 milioni

• Circular economy e energia 13,9 milioni

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