CYBERSECURITY

Infrastrutture critiche, ok al piano Ue. Via alle strategie nazionali

Digitale, Tlc, Spazio, Energia tra gli 11 settori interessati dalla legge adottata in via definitiva dal Parlamento europeo. Previsti requisiti più rigorosi per le valutazioni dei rischi. Ogni Paese dovrà designare un ufficio di coordinamento con gli altri Stati

Pubblicato il 23 Nov 2022

europa 2

Via libera dell’Eurocamera all’accordo con il Consiglio per introdurre norme per le valutazioni dei rischi e le strategie di resilienza nazionali. L’accordo armonizza anche la definizione delle infrastrutture critiche per rendere tale definizione coerente tra gli Stati membri. Il testo legislativo è stato adottato con 595 voti favorevoli, 17 contrari e 24 astensioni.

Quali sono gli ambiti interessati

La nuova legislazione prevede requisiti più rigorosi per le valutazioni dei rischi e la rendicontazione da parte delle entità coinvolte nei seguenti settori: energia, trasporti, banche, infrastrutture dei mercati finanziari, infrastrutture digitali, acqua potabile e acque reflue, alimenti (comprese la produzione, la trasformazione e la consegna), sanità, pubblica amministrazione e spazio.

Cosa prevedono le nuove norme

Con le nuove norme i Paesi Ue dovranno adottare delle strategie di resilienza nazionali e avvalersi di punti di contatto unici, designati da ciascun Paese, per trasferire le informazioni agli altri Paesi.

Per garantire la trasparenza, le entità coinvolte dovranno informare le autorità nazionali di eventuali incidenti o perturbazioni. A loro volta, le autorità dovranno mettere a disposizione del pubblico le informazioni d’interesse generale

Si rafforza la resilienza dei sistemi critici

“Per realizzare un’Europa che protegge dobbiamo anche rafforzare la resilienza collettiva dei sistemi critici alla base del nostro stile di vita – commenta il relatore Michal Šimečka -. Con la copertura di 11 settori cruciali, questa legislazione risponderà sia alle sfide della crisi climatica sia al crescente numero di sabotaggi nell’Unione europea a causa della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Le infrastrutture critiche dell’Ue devono rimanere resistenti a tali minacce”.

L’allargamento dei settori protetti

La precedente direttiva sulle infrastrutture critiche copriva solo i settori dell’energia e dei trasporti. Il Parlamento europeo ha chiesto la revisione di tale direttiva in una risoluzione sulle conclusioni della commissione speciale sul terrorismo del 2018. I colegislatori hanno inoltre assicurato la coerenza della nuova legislazione con la direttiva sulla cibersicurezza (NIS2) di recente adozione.

L’accordo Parlamento-Consiglio arriva all’indomani della raccomandazione della Commissione europea in 5 punti che dettaglia la strategia presentata dalla presidente Ursula von der Leyen al Parlamento europeo il 5 ottobre scorso.

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