L'INIZIATIVA

Infratel lancia Comunità Digitali: le PA locali protagoniste nel percorso verso il 5G

Il nuovo progetto per la valorizzazione del territorio attraverso tecnologia e connettività. Partito dall’Alta Murgia, si adatta flessibilmente a ogni realtà territoriale italiana per fare della connettività una leva di sviluppo economico, inclusione sociale e sostenibilità

Pubblicato il 03 Dic 2020

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La digitalizzazione dell’Italia come leva di sviluppo economico, inclusione sociale e costruzione di un futuro sostenibile passa anche attraverso il ruolo dei territori. Comuni, aree montane, filiere industriali di micro-imprese e gli stessi cittadini sono gli attori del cambiamento. È con questa convinzione che Infratel Italia ha lanciato il nuovo progetto Comunità Digitali per la valorizzazione del territorio attraverso tecnologia e connettività. La società in-house del Mise guidata dall’Ad Marco Bellezza ha illustrato il progetto in un webinar organizzato insieme ad Anci e Fondazione Ugo Bordoni (Fub).

Comunità Digitali rappresenta un’evoluzione e un ampliamento del progetto Mise Wi-fi Italia, che crea una rete gratuita su tutto il territorio nazionale. Comunità Digitali individua un territorio omogeneo per cultura, risorse e paesaggio e lo dota di strumenti digitali di nuova generazione, che valorizzano il suo patrimonio e lo rendono più smart e attrattivo per cittadini e turisti. Il primo esperimento è già partito in Puglia nei Comuni del Parco dell’Alta Murgia e si compone di attività che vanno dai Musei digitali alle Masserie 2.0 passando per il rinnovo degli access point e l’installazione di nuove torrette.

La consapevolezza da cui parte il progetto di Infratel è che il digital divide italiano – pur nei ritardi incontrati dal Piano Bul – non è solo infrastrutturale ma si annida ancor più profondamente nella scarsa percezione del valore della connettività, soprattutto quando si tratta del 5G – e della creazione e adozione di nuovi servizi. È di fatto un mancato cambiamento culturale, che crea sia un divario economico che un problema di inclusione sociale.

Comunità Digitale, progetto flessibile da declinare sui territori

La sperimentazione partita con le Comunità Digitali dell’Alta Murgia vede in campo i Musei digitali, dove la tecnologia Li-Fi (light fidelity) di quinta generazione accompagna i visitatori in un’esperienza coinvolgente. La tecnologia è già stata sperimentata da Infratel Italia nel museo MarTa di Taranto. Il progetto per l’Alta Murgia include anche il Parco digitale: l’area sarà interamente coperta dal segnale radio 3G/4G o hiperlan sostituendo access point obsoleti e installando 10 nuove torrette. A sua volta il progetto Masserie 2.0 assicura connettività gratuita e veloce alle masserie che ne fanno richiesta. È prevista inoltre l’installazione di nuovi access point su tutti i percorsi pedonali e ciclabili.

Comunità Digitali è un progetto flessibile, pensato per essere replicato in ogni parte d’Italia adattandosi alle specificità dei territori. L’obiettivo è valorizzarne le risorse, che siano culturali, paesaggistiche, imprenditoriali, naturalistiche. Lo strumento per raggiungere gli obiettivi non è solo la tecnologia, ma anche la sinergia con il Ministero dello Sviluppo economico, le amministrazioni locali, le aziende tecnologiche e altri attori, lavorando su partnership pubblico-private.

Territori parte integrante del sistema-Italia

Ragionare in termini di sistema, anziché continuare a contrapporre Nord e Sud dell’Italia, grandi città e piccoli comuni, è fondamentale nel percorso dell’Italia verso la digitalizzazione, la connettività 5G e uno sviluppo economico inclusivo, come ha sottolineato Alessandra Todde, sottosegretario del Mise con delega alle Smart City. Investire in infrastrutture digitali serve al rilancio del Paese e a rendere le imprese competitive ovunque si trovino; la debolezza di una parte è debolezza di tutto il sistema.

Per questo nel piano del Mise per il Recovery Fund il pilastro è rappresentato dalla diffusione della fibra ottica nei territori ancora in digital divide, per abilitare la didattica e il lavoro da remoto e permettere ai territori di lanciare iniziative che possono svilupparsi grazie alle tecnologie digitali. “Dobbiamo unirci ai territori, valorizzarne le filiere e trainare lo sviluppo insieme a loro facendo leva sulle tecnologie”, ha affermato Todde. “Il 5G è un completo cambio di paradigma e sarà fondamentale per l’accesso ai servizi della PA“, ha proseguito il sottosegretario. “Nell’ambito della mia delega sulle Smart cities sto portando avanti un progetto per far capire alle città tutte le potenzialità del 5G in termini di nuovi servizi”.

5G, manca la percezione del “valore”

In questo senso la percezione del ruolo del 5G è la base del cambiamento. Come ha sottolineato Antonio Sassano, presidente Fub, un recente studio Asstel ha rilevato che nella stessa filiera Ict tale percezione è bassa o nulla per circa il 72% degli intervistati. “Il 5G è più noto come minaccia alla salute”, ha evidenziato Sassano; “spesso le comunità locali sono contrarie e non ne comprendono il valore. Fondazione Ugo Bordoni con il Mise e l’Anci sta attivandosi per comunicare con queste comunità, spiegare il valore del 5G e colmare il gap di conoscenza”.

Il primo valore del 5G è economico: la connettività è fattore di sviluppo. “Anche lo spettro elettromagnetico non va percepito come proprietà delle grandi telco e minaccia per i Comuni”, ha proseguito Sassano. “Al contrario lo spettro è un valore per le imprese del territorio, esistenti o che si vogliono insediare. Immaginate la richiesta da parte dei vostri agricoltori e imprenditori, delle realtà turistiche e culturali”, ha affermato Sassano rivolgendosi ai rappresentanti dei Comuni. “È lì che serve il 5G e che servono le frequenze. Si potrebbe persino assegnare una porzione dello spettro esclusivamente per gli usi locali, per le aree industriali, per le attività agricole, turistiche e culturali. Altri paesi, come Germania e Regno Unito, stanno ragionando in questa direzione”.

Comunità montane ai margini: “Più scavi ma anche più servizi It”

Tra le comunità locali più colpite dal divario digitale ci sono quelle montane. Marco Bussone, presidente Uncem, ha sottolineato l’impatto del ritardo del piano Bul per Comuni, comunità e enti montani. “In collaborazione con Infratel stiamo ora accelerando sulla connettività e gli scavi”, ha affermato Bussone. “L’intervento dello Stato è importante laddove manca l’infrastruttura, la politica deve tenere in considerazione che ci sono ancora 1.200 Comuni con problemi di connettività mobile”.

La risposta è la collaborazione: “Le Regioni stanno investendo con gli operatori telecom per superare i divari infrastrutturali, sul fisso e sul mobile, e il settore pubblico riveste un ruolo fondamentale nell’aiutare a portare nelle aree remote anche i servizi It più adeguati, come il cloud, che permettono ai comuni di dialogare tra loro, e nel formare le competenze. Ciò è ancora più importante con l’arrivo del 5G, che rischia di aumentare ulteriormente i divari”.

Benessere e etica digitali: una nuova Scuola di alta formazione

Il digital divide non è l’unico punto di attenzione nella transizione digitale dell’Italia. Se mancano infrastrutture, servizi, competenze e cultura e a tutto questo si unisce uno scenario globale caratterizzato dall’emergenza sanitaria del Covid-19, allora siamo in presenza di una vera “sindemia”, ha osservato Filomena Maggino, presidente della Cabina di Regia Benessere Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “La pandemia ha creato nuovi gap, tanti italiani hanno avuto difficoltà nel gestire tecnologie per lavorare o per studiare”.

Al tempo stesso l’essere “always-on” ha creato una sovrapposizione delle attività online con la vita di tutti i giorni, di fatto lasciando che la tecnologia diventasse invasiva. “La tecnologia deve invece essere al servizio dei cittadini e finalizzata al benessere”, ha sottolineato Maggino. “I progressi tecnologici possono porre problemi etici, si accompagnano a sensazioni di oppressione, stress. Nostro compito è coniugare il progresso tecnologico con l’inclusione sociale e l’equità“.

Sul divario in fatto di accesso alla rete, per Maggino occorre “un nuovo senso responsabilità di tutti gli attori”.  Riguardo all’etica, questa “deve deve essere al centro della tecnologia non solo nel momento dell’applicazione e dell’utilizzo, ma fin dalla sua creazione e sviluppo”. La Cabina di Regia Benessere Italia collabora da vicino con la Fondazione Ugo Bordoni e Maggino ha anticipato l’istituzione da parte della Fub di una Scuola di alta formazione per creare nuove competenze che uniscono innovazione e sostenibilità e creano la nuova figura del Manager in etica e sistemi giuridici, con uno sguardo soprattutto alle impolicazioni dell’intelligenza artificiale.

Comuni in campo contro il digital divide

Nel corso del webinar sono stati illustrati i casi concreti di Comuni con piani digitali avanzati – come Milano e Prato – e le esigenze di Comuni che cercano il rilancio tramite il rinnovamento tecnologico – come Sulmona o Brindis (nel comune pugliese è attivo un progetto dell’azienda Destination Makers). I territori lasciati in digital divide lottano contro la “fuga” dei talenti, l’allontamento delle imprese, lo spopolamento che impoverisce. La connettività, i servizi e una nuova cultura possono ribaltare il trend riportando imprese, talenti e valore nelle comunità locali; anzi, impedendo quella pericolosa “fuga” verso i grandi centri, il Nord o i paesi esteri.

Il 5G è un’importante “tecnologia di prossimità che porta intelligenza su territorio“, ha sottolineato nel suo intervento l’Onorevole Vincenza Bruno Bossio.

Innovazione e 5G si legano a sostenibilità e inclusività

È anche un’0ccasione per far marciare di pari passo innovazione e sostenibilità ambientale, economica e sociale e realizzare gli obiettivi Onu al 2030, ha affermato Antonio Romeo, responsabile nazionale Punto Impresa Digitale di Unioncamere: “Le imprese digitali sono più green”.

Trasferimento tecnologico, reti di innovazione e collaborazioni pubblico-private, come indicato dall’On. Alessandro Cattaneo (Commissione Finanza della Camera) sono gli altri assi portanti di una trasformazione che permea il territorio anziché solo alcune città e le imprese più grandi.

Sono anche gli elementi fondamentali che permetteranno all’Italia di cogliere l’opportunità offerta dal Recovery Fund. Servono progetti che puntano dritto all’obiettivo di una digitalizzazione che passa attraverso le infrastrutture per creare servizi utili alle filiere industriali e ai cittadini e valorizzare i territori. La base fondante resta il cambio di mentalità, una nuova cultura in cui il digitale è il mezzo per costruire un futuro di sostenibilità ambientale, inclusività sociale e benessere per ogni persona.

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