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Innovazione, Butti: “Serve una legge annuale”. Riflettori sull’AI



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Il Sottosegretario: “Sarebbe uno strumento per facilitare il lavoro al legislatore e consentire ai cittadini di interpretare più velocemente le norme”. L’intelligenza artificiale la chiave per efficientare i servizi

Pubblicato il 31 lug 2024



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Sull’innovazione l’Italia avrebbe bisogno di una legge annuale, perché, “Se avessimo una legge annuale sull’innovazione faciliteremmo il lavoro al legislatore e consentiremmo ai cittadini di interpretare più velocemente le leggi, visto che tante volte è difficile essere esegeti dei testi legislativi”. Lo ha affermato Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in audizione alla Commissione parlamentare per la semplificazione, riferendo sui piani del Governo in tema di digitalizzazione della Pa e sulla strategia del governo in materia di intelligenza artificiale.

Supportare i processi amministrativi attraverso le tecnologie dell’Ai, aumentando l’efficienza e ottimizzando la gestione delle risorse pubbliche” e “favorire la fruizione dei servizi della Pubblica amministrazione per cittadini e imprese, attraverso soluzioni e tecnologie di Ai, garantendo l’usabilità, la privacy, la trasparenza dei processi” sono gli obiettivi elencati dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione.

Ai chiave per servizi efficienti. Avanza il disegno di legge italiano

Le tecnologie di intelligenza artificiale possono giocare “un ruolo cruciale anche per efficientare i processi interni alla Pubblica amministrazione”, ha sottolineato Butti.

“Parliamo, ad esempio, di sistemi per la verifica della conformità degli atti e delle decisioni amministrative alle leggi, alle procedure e ai regolamenti vigenti”, ha indicato il sottosegretario, “ma soprattutto di sistemi che siano in grado di fornire riscontri e raccomandazioni automatizzate, in particolar modo, nella redazione degli atti da parte dei funzionari e dei dirigenti pubblici. Per fare tutto questo, oltre alla Strategia, assume un ruolo decisivo il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, che è stato presentato dal Governo al Parlamento ed è ora all’esame del Senato”.

Butti ha proseguito: “Abbiamo scelto di affidare al Parlamento la discussione di una tematica di fondamentale importanza per il nostro futuro, perché crediamo fortemente nel valore di quest’istituzione per suggerire modifiche e migliorie, ed aiutarci nel fornire al Paese il miglior quadro normativo possibile”.

Trasformazione digitale della Pa: raggiunti i target del Pnrr

Butti ha anche riferito che il Dipartimento per la trasformazione digitale “ha raggiunto ad oggi tutti i milestone e target previsti dal Pnrr: 34 dei 67 obiettivi previsti entro la fine del 2026, ovvero il 50% del piano”. Si tratta, ha proseguito Butti, di “Oltre sei miliardi di euro dedicati alla digitalizzazione della Pa, messi a disposizione di oltre 22.000 Pubbliche amministrazioni, tra cui i quasi 8.000 Comuni italiani, le istituzioni più vicine alle esigenze dei cittadini, a cui il Pnrr affida un ruolo centrale”.

Per affrontare la sfida del Pnrr “abbiamo deciso di accompagnare alle nostre azioni alcune innovative decisioni di semplificazione amministrativa, favorendo così la partecipazione degli enti”, ha indicato Butti. “Lo abbiamo fatto attraverso la piattaforma PA digitale 2026, un punto di accesso unico a tutte le opportunità del Pnrr per la trasformazione digitale della Pa”.

IT Wallet disponibile dal 2025

Il sottosegretario ha anche annunciato la sperimentazione dell’It Wallet, con disponibilità del servizio nel 2025.

“In Italia attualmente coesistono tre strumenti di identità digitale: la Carta d’identità elettronica, il sistema pubblico di Identità digitale e la Carta nazionale dei servizi”, ha affermato Butti. “Come è noto, stiamo lavorando a una razionalizzazione del quadro verso un unico sistema sicuro e certo. Parliamo di una evoluzione del concetto di identità digitale che sta portando alla nascita dell’It Wallet, la cui sperimentazione, è partita proprio in questi giorni”.

Il nuovo portafoglio digitale, ha spiegato Butti, conterrà documenti essenziali, come la carta d’identità e la patente, e “sarà disponibile su qualsiasi smartphone a partire dal 2025”.

È un’iniziativa, ha detto Butti in audizione alla Camera, “fondamentale nel percorso di digitalizzazione dell’Italia, inserita nel quadro dello European digital identity wallet, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura digitale interoperabile tra i Paesi europei. Il Governo ha scelto di accelerare l’implementazione dell’It Wallet rispetto a tale quadro, posizionandosi come leader nel campo”.

Digitalizzazione dell’Italia: 5G standalone e competenze

All’Italia la Commissione europea riconosce “significative espansioni delle proprie infrastrutture di rete”, evidenziando “il persistere di divari come quello tra aree urbane e rurali, ma anche l’ambizione di raggiunge il 100% di copertura con reti Vhcn, quelle ad alta capacità, entro il 2026, un traguardo anticipato rispetto all’obiettivo Ue 2030”, ha infine riferito il sottosegretario. “L’Italia – ha affermato Butti – continua a essere un Paese leader nella copertura generale del 5G, confermandosi sopra la media europea dell’89,3%, rispetto alla nostra media del 99,5% – poi possiamo andare a perfezionare la tipologia di 5G. Noi lo vogliamo ovviamente standalone e ci stiamo arrivando progressivamente”.

In tema di competenze digitali “pur permanendo storici ritardi, il report riconosce l’impegno italiano e l’importanza delle azioni adottate”. Tra le iniziative citate “un’attenzione particolare è attribuita alla misura del Pnrr dedicata al servizio civile digitale e alla costruzione di una rete di punti di facilitazione digitale, misure ancora attive”.

Sui servizi pubblici digitali di base, si registrano valori “particolarmente incoraggianti” sull’identità digitale, sulla diffusione di Spid e della carta di identità elettronica. Si sottolineano allo stesso tempo “margini di miglioramento sull’esigenza di rendere accessibili online i principali servizi pubblici digitali, la cui disponibilità risulta lievemente sotto la media. Particolarmente positive sono le prestazioni italiane nell’ambito della sanità digitale, su cui ha inciso l’implementazione del fascicolo sanitario elettronico sul quale siamo focalizzati e a cui è dedicata una specifica misura del Pnrr”.

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