IL DISEGNO DI LEGGE

Innovazione come motore economico, ecco il Digital Innovation Act del PD

In 36 articoli le azioni da mettere in campo per generare benefici concreti per cittadini, imprese e startup, far crescere l’ecosistema nazionale e sbloccare il potenziale tecnologico del tessuto imprenditoriale. Il tutto accelerando la doppia transizione digitale ed ecologica

Pubblicato il 09 Nov 2023

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Generare benefici concreti per cittadini, imprese e startup attraverso misure d’intervento che facciano crescere l’ecosistema dell’innovazione e il potenziale tecnologico del tessuto imprenditoriale, a beneficio della qualità della vita delle persone e dell’ambiente. È questo l’obiettivo del disegno di legge Innovation Act, presentato dai senatori Pd.

I pilastri del disegno di legge

Tre i pilastri del provvedimento che si snoda in 36 articolo.

  1. Governance: il primo pilastro è centrato sulla creazione di una solida struttura di governance per l’innovazione digitale. Per raggiungere questo scopo è prevista la creazione di un nuovo Ministero dell’innovazione e dello Sviluppo tecnologico, di un Consiglio Nazionale dell’Innovazione, di un Comitato interministeriale per le politiche industriali e di sviluppo tecnologico, oltre a un comitato per la regolazione digitale.
  2. Misure per una tecnologia sostenibile, sociale, inclusiva: il secondo pilastro si concentra sull’implementazione di regole chiare e trasparenti per favorire l’adozione e lo sviluppo delle tecnologie digitali. Questo include, ad esempio, la promozione dei principi di accessibilità, di contrasto ai contenuti illegali, all’uso di algoritmi trasparenti e affidabili nel governo delle transazioni digitali.
  3. Misure per lo sviluppo: il terzo pilastro si concentra sulle misure concrete volte a promuovere lo sviluppo di tecnologia e abilitare l’innovazione. Questo include programmi di formazione e sviluppo delle competenze digitali, fondi per lo sviluppo tecnologico, misure per startup e scaleup, incentivi e crediti d’imposta semplici ed efficaci per accelerare la transizione digitale e la definizione della cittadinanza digitale come diritto universale di accesso a partire dall’adeguamento della velocità di connessione internet agli obiettivi del Pnrr al 2026 e del Digital Compass europeo al 2030.

“In sintesi, questo disegno di legge rappresenta un contributo, complessivo e unitario, verso la realizzazione nel nostro Paese di un ambiente favorevole all’adozione e allo sviluppo delle tecnologie digitali – si legge nella relazione di presentazione al ddl – I tre pilastri sono concepiti per lavorare in sinergia al fine di promuovere l’innovazione e garantire una crescita economica sostenibile che comporti un miglioramento della qualità della vita di tutti i cittadini”.

Lavoro priorità strategica

Si tratta di un disegno di legge che mira, nel merito e nel metodo, a stimolare la creazione di posti di lavoro qualificati e la crescita continua, partendo dal presupposto che l’innovazione è una delle chiavi per la creazione di posti di lavoro sostenibili e ben retribuiti. In questo senso, si legge ancora nella relazione, “si deve incentivare la formazione di nuove opportunità lavorative, specialmente in settori ad alta intensità tecnologica, promuovendo una cultura di apprendimento continuo, spingendo sia cittadini che imprese a rimanere aggiornati sulle ultime tecnologie e tendenze di mercato”.

Il tutto in un contesto più ampio che è quello del “governo” della twin transition: perché, secondo il ddl, facilitare l’innovazione è fondamentale per accompagnare le grandi transizioni del momento, per favorire l’adozione di processi più sostenibili e l’investimento in tecnologie digitali.

E qui entrano in gioco le imprese. Il dd mira a sostenere la competitività delle imprese fornendo incentivi e strumenti che possano aiutare le aziende ad adottare nuove tecnologie e a sviluppare prodotti e servizi più competitivi a livello globale.

Focus sulle startup

Il ddl concentra l’attenzione anche sulla promozione delle startup e delle scaleup, realtà imprenditoriali spesso all’avanguardia dell’innovazione e, dunque, sono essenziali per l’evoluzione economica. “Bisogna offrire incentivi specifici, agevolazioni fiscali e supporto per facilitare la crescita delle startup e delle scaleup”, dicono i senatori Pd.

La cittadinanza digitale

E per sostenere un ecosistema dell’innovazione equo, serve  promuovere la cittadinanza digitale. In questo senso l’accesso alle opportunità offerte dall’innovazione digitale deve essere universale, deve tutelare i diritti di tutte e di tutti, specie dei minori, deve contribuire a ridurre le diseguaglianze e deve sviluppare un ecosistema digitale sicuro nell’utilizzo dei dati, nella definizione degli algoritmi, nell’impiego dell’Intelligenza artificiale, nel contrasto alla discriminazione, disinformazione, ai discorsi d’odio, alla diffusione di contenuti illegali online.

I finanziamenti

Infine, ma non meno cruciale, il tema dei finanziamento. Bisogna, si precisa mel testo, stimolare nuove risorse e finanziamenti, per facilitare l’accesso delle imprese a finanziamenti e risorse necessarie per sostenere l’innovazione e la ricerca e sviluppo nonché attrarre investimenti esterni e talenti internazionali, per rendere l’Italia un luogo più attraente per gli investitori stranieri e per i talenti provenienti da tutto il mondo, contribuendo così a rafforzare l’ecosistema dell’innovazione.

SCARICA QUI LA SINTESI DEL DDL

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