L'ANALISI

Innovazione, come sconfiggere il “debito tecnologico” in quattro mosse

Optare per una soluzione tecnologicamente “inferiore” per gestire il breve periodo comporta extra costi nel lungo termine: conseguenze di vasta portata in termini di riduzione della produttività e aumento dei rischi per la sicurezza. La ricetta di Dxc Technology per superare l’impasse

Pubblicato il 19 Ott 2023

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Il cosiddetto “debito tecnologico” rappresenta un ostacolo alla crescita e alla trasformazione per quasi la metà delle imprese a livello globale. È quanto emerge da un recente studio condotto da Dxc Technology, multinazionale specializzata in servizi IT, che ha rilevato come il 46% dei dirigenti intervistati consideri questo problema come un freno alla capacità di innovazione e sviluppo delle organizzazioni su scala globale.

L’indagine condotta da Dxc Technology ha coinvolto 750 dirigenti C-level nel settore informatico e tecnologico ed è stata commissionata da Dxc Leading Edge, team di professionisti esperti dedicato alla creazione di leadership incentrata sulla trasformazione aziendale.

Cos’è il debito tecnologico

Il debito tecnologico, o tech debt, è il costo nascosto derivante dalla scelta di una soluzione “rapida ma inferiore” rispetto a quella tecnologicamente “corretta”. Questa scelta, sottolinea Dxc, può comportare una serie di compromessi che conducono a una sotto-ottimizzazione del sistema e che diventano sempre più difficili da eliminare.

Il tech debt, secondo la ricerca, ha ripercussioni significative in termini di talento, riduzione della produttività, aumento dei rischi per la sicurezza e potenziale compromissione del successo dell’organizzazione. Per superare l’ostacolo, secondo l’analisi di Dxc, è fondamentale affrontare il debito tecnologico non solo come un problema da risolvere ma come parte integrante degli sforzi di modernizzazione dell’organizzazione.

Di chi sono le responsabilità del tech debt?

Il report evidenzia anche una criticità in termini di responsabilità: nonostante il 99% dei dirigenti riconosca che il tech debt rappresenta un rischio per le loro organizzazioni, tre su quattro continuano a ritenere che la responsabilità di risolverlo debba ricadere esclusivamente sulla leadership IT.

“Stiamo vivendo un periodo di accelerazione dellinnovazione tecnologica. Il modo in cui costruiamo e facciamo crescere i nostri team e i nostri clienti sta cambiando e, di conseguenza, deve cambiare anche il nostro approccio alla gestione del processo di modernizzazione – afferma Michael Corcoran, Global lead, analytics & engineering di Dxc Technology – Se i dirigenti aziendali non si impegnano ad affrontare subito questo aspetto, potrebbero verificarsi perdite di risorse, produttività, talento con enormi implicazioni per la sicurezza”.

La mancanza di consapevolezza

L’indagine ha inoltre rilevato che la mancanza di consapevolezza da parte dei dirigenti aziendali ha un impatto significativo sulla loro capacità di gestire il tech debt. Il 47% degli intervistati ha giudicato molto o estremamente significative le barriere legate alla conoscenza e il 38% le barriere culturali.

La roadmap in quattro fasi di Dxc Technology

Per affrontare al meglio il problema del debito tecnologico Dxc propone una roadmap in quattro fasi: la riformulazione del debito organizzativo come forma di modernizzazione, la definizione delle opportunità, l’eliminazione delle barriere e l’organizzazione dell’execution. “Il debito tecnologico è un argomento che si ripropone in tutta l’intersezione tra business e tecnologia, è noto da tempo ma spesso poco compreso – spiega Dave Reid, Research Director di Dxc Leading Edge – Mentre continua ad accumularsi, le organizzazioni di tutto il mondo lo citano come una delle principali sfide, inibendo la loro capacità di trasformare e servire i clienti nel futuro”.

Riformulare il debito organizzativo come forma di modernizzazione

Si tratta, secondo Dxc, di articolare chiaramente il debito organizzativo per avere una visione chiara del percorso di modernizzazione e un cambiamento di mentalità verso il futuro, grazie anche a un confronto costante con il management per l’analisi della situazione attuale.

Definire le opportunità

Per riuscire in questo intento il primo passo è secondo Idc quello di allargare il cerchio oltre la responsabilità dell’IT. “Il Cio e il Cto guideranno la modernizzazione – spiega la ricerca – ma tutti i dirigenti sono responsabili. Il coordinamento tra la divisione business e quella tecnica dell’organizzazione è fondamentale. I Cto e i Cio si trovano in una posizione unica per comunicare efficacemente il debito organizzativo ai dirigenti e ai diversi stakeholder aziendali, con il supporto del Cfo. Il passo successivo per questi leader è quello di presentare il caso in modo chiaro e convincente per consentire una collaborazione efficace”.

Eliminare le barriere

Per riuscirci è necessario definire le barriere alla luce dell’inventario e delle Mappe di Wardley, lo strumento di visualizzazione e analisi sviluppato da Simon Wardley per comprendere e rappresentare l’evoluzione di un’organizzazione o di un settore nel contesto della strategia aziendale. “È consigliabile – spiega Dxc – utilizzare il profilo di settore come base e modificarlo in base alle esigenze dell’organizzazione”.

Organizzare l’execution

Soltanto a questo punto la strategia prevede di concentrarsi sugli obiettivi e sull’impatto delle attività. “La modernizzazione – conclude Dxc – è un processo collaborativo continuo, che coinvolge non solo l’area IT ma l’intera organizzazione. Se eseguita correttamente, i benefici si fanno sentire in tutta l’organizzazione. Dai risparmi sui costi alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, fino alla semplificazione della vita lavorativa dei dipendenti, c’è un business case da realizzare in ogni ramo di un’azienda. Quando il debito tecnologico è visto in modo chiaro e articolato, può essere ridotto, compreso e gestito in modo ponderato come parte del bilancio di un’azienda sana”.

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