Le aziende italiane puntano sull’innovazione: 7 su 10 hanno creato una divisione dedicata. Lo rivela il Dell Technologies Innovation Index secondo cui il nostro Paese è davanti a Germania, Francia e Olanda. Cresce anche la domanda di digitalizzazione: secondo una ricerca Hpe Aruba Networking il 44% dei leader IT considera le reti lo strumento principale per la trasformazione digitale, mentre il 33% afferma che la propria organizzazione ritiene che esso svolga un ruolo più ampio nella trasformazione del business.
Innovazione, lo scenario italiano
Secondo lo studio Dell Technologies Innovation Index (ha analizzato lo stato dell’arte dell’innovazione aziendale in oltre 45 Paesi del mondo), il 70% delle aziende in Italia ha creato una divisione dedicata all’innovazione, che ha il compito di declinare e sviluppare un ventaglio concreto di progetti speciali. Un dato che posiziona l’Italia davanti a Germania (62%), Francia (64%), e Olanda (67%).
Particolare fiducia emerge sui risvolti di questo approccio, con ben l’82% degli intervistati che cita cambiamenti misurabili e miglioramenti tangibili guidati dagli investimenti in innovazione, e il 54% che parla di integrazione nelle proprie aziende tra gli obiettivi in innovazione, obiettivi dei vari dipartimenti e dei dipendenti, anche se solo il 46% ritiene che il budget stanziato sia consistente.
Dal punto di vista tattico, le aziende italiane si affidano a progetti pilota per dimostrare la validità dell’idea (59%), ospitano hackathon o scrum per incoraggiare l’innovazione e risolvere i problemi in modo collaborativo (40%), o si adoperano per realizzare rapidamente i prototipi dell’idea al centro dei progetti (38%).
Le leve per innovare
Ma quali sono gli incentivi che spingono i collaboratori a partecipare attivamente ai progetti di innovazione? Per il 53% è una questione legata alla carriera, mentre per il 46% la motivazione è correlata ad aspetti di riconoscimento economico. Il 40% dei dipendenti, inoltre, sarebbe pronto a lasciare la propria azienda in assenza del coinvolgimento sperato nei progetti di innovazione.
Emergono, tuttavia, una serie di barriere che ostacolano la capacità di innovazione delle aziende in Italia. Su questo tema, il panel cita la mancanza di competenze o la difficoltà ad attrarre i talenti (26%), un carico di lavoro eccessivo che riduce il tempo materiale da dedicare ai progetti speciali (19%), e processi di approvazione troppo complessi (23%).
Progetti innovativi e lavoro a distanza
Risposte incoraggianti, invece, sugli impatti del lavoro da remoto o ibrido in merito alla capacità dei dipendenti di contribuire attivamente allo sviluppo di progetti innovativi. L’87% del campione, infatti, si divide tra chi ritiene la tecnologia collaborativa – combinata con la libertà di lavorare da qualsiasi luogo – un acceleratore dell’innovazione (38%) e chi sostiene che la tecnologia collaborativa favorisca allo stesso modo coloro che lavorano in smart working e in ufficio, dando loro la possibilità di contribuire fattivamente ai progetti (49%).
“Dalla ricerca emerge una significativa consapevolezza tra le imprese italiane sulla necessità di sviluppare una cultura dell’innovazione sempre più pervasiva, dove tutte le idee sono prese in considerazione e dove sia incoraggiato l’apprendimento dei collaboratori anche attraverso il fallimento di uno specifico progetto”, ha dichiarato Filippo Ligresti, vp e gm di Dell Technologies Italia. “Trovo la situazione italiana particolarmente incoraggiante dal punto di vista della volontà di innovare da parte delle imprese, tra l’altro notevolmente aumentata nel corso degli ultimi anni. L’innovazione è la chiave per una crescita economica sostenibile e duratura perché permette di precorrere i cambiamenti del mercato, mantenendo salda la posizione competitiva conquistata e accrescendo il valore di un’impresa sul mercato”.
Il ruolo del network nell’innovazione
Nonostante la continua richiesta di lavoro ibrido, i leader IT a livello globale non riescono a comprendere appieno la connessione tra il network aziendale e le competenze dei dipendenti. È quanto emerge dall’ultima ricerca pubblicata da Hpe Aruba Networking, secondo cui mentre tre quarti degli intervistati ritengono la digitalizzazione fondamentale sia per consentire ai dipendenti di svolgere il proprio lavoro, sia per attrarre e trattenere i talenti, solo il 55% vede la forte rilevanza del network aziendale in queste aree. Dalla ricerca emerge che gli IT e i business leader riconoscono sempre più le potenzialità e la portata dell’impatto del network. Secondo il 44% dei leader IT, il network è visto dalla propria azienda e dalla sua leadership principalmente come uno strumento per la trasformazione digitale, mentre il 33% afferma che la propria organizzazione ritiene che esso svolga un ruolo più ampio nella trasformazione del business. Al contrario, solo il 23% afferma che la propria organizzazione considera la rete solo per la sua connettività funzionale.
Tuttavia, i risultati hanno anche evidenziato la mancanza di capacità di identificare la rete come origine di questa trasformazione, in particolare per quanto riguarda la valorizzazione dell’esperienza dei dipendenti.
Connettere le competenze dei dipendenti al network
Tre quarti dei leader IT intervistati ritengono che la digitalizzazione sia fondamentale sia per attrarre talenti, sia per la produttività dei dipendenti. Tuttavia, dato che il riconoscimento dell’importanza del network per l’attrazione e la fidelizzazione dei dipendenti si colloca all’ultimo posto di tutte le aree aziendali indicate, non sorprende che questa sia anche l’area in cui i leader IT ritengono che il network abbia attualmente l’impatto minore oppure l’impatto meno positivo.
Questo diventa ancor più evidente se si considera ciò che le reti odierne sembrano in grado di offrire: solo il 43% dei responsabili IT afferma che il proprio network consente al personale di lavorare da qualsiasi luogo e solo il 34% concorda sul fatto che il network è in grado di offrire una connettività continua. Inoltre, per quanto riguarda la personalizzazione digitale, sono ancora meno (29%) coloro che affermano che il loro network consente di offrire ai dipendenti un servizio Byod. “Data la prevalenza e la richiesta di lavoro flessibile, la mancanza di comprensione di come il network possa migliorare l’esperienza complessiva dei dipendenti sembra una mancanza particolarmente pericolosa – spiega Sylvia Hooks, Cmo di Hpe Aruba Networking -. La verità è che oggi nessuno può svolgere il proprio lavoro senza il network. Tuttavia, mentre le organizzazioni riconoscono il network come risorsa business-critical per migliorare il loro percorso di trasformazione digitale, nell’ambiente di lavoro odierno questo requisito va ben oltre l’offerta di connettività intelligente: è essenziale un’esperienza di connessione più continua, efficiente e sicura”.
Le correlazioni tra network e Roi
Le tre correlazioni più forti che i leader IT hanno stabilito tra il network e le varie aree di business sono l’efficienza IT, l’efficienza operativa e la sicurezza informatica. Queste sono anche le aree in cui gli intervistati vedono il maggiore impatto del network e, cosa forse più importante, dove coloro che hanno investito nella rete negli ultimi due anni vedono i maggiori risultati di business. In compenso, coloro che non sono stati in grado di investire nella rete hanno registrato in media un impatto positivo inferiore di 21 punti percentuali in tutte le aree di business.
Nonostante gli investimenti siano fondamentali per rafforzare i rendimenti della rete, è evidente che essa ha ancora un potenziale inespresso da sfruttare in ulteriori aree di business. Per sbloccare il vero potenziale della rete, il budget deve essere destinato all’infrastruttura più appropriata, in grado di modernizzare tutti gli aspetti delle operazioni di rete.
“Un network aziendale moderno non solo può migliorare le competenze dei dipendenti e attrarre il giusto pool di talenti, ma ha anche il potenziale per avere un impatto su tutte le aree aziendali – dice Larry Lunetta, Vp portfolio solutions marketing, Hpe Aruba Networking -. Tuttavia, per realizzare questa trasformazione, i leader IT devono riformulare le conversazioni inerenti al network e iniziare a parlarne in termini di risultati di business, piuttosto che di specifiche tecniche. Solo così potranno dimostrare al top management che l’investimento è correlato a un impatto positivo e che genera valore per l’azienda”.