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Innovazione, partenariato pubblico-privato leva di sviluppo

La “ricetta” emersa in occasione del convegno dell’Associazione dei distretti tecnologici. Il presidente del Cnr, Luigi Nicolais: “Serve un maggiore coordinamento delle politiche locali e nazionali”

Pubblicato il 03 Mag 2012

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Partenariato pubblico-privato chiave dell’innovazione. E’ questa la "ricetta" data oggi in occasione del convegno “Ricerca e innovazione in Europa nel partenariato pubblico e privato”, organizzato da Adite (Associazione dei distretti tecnologici), al quale sono intervenuti Luigi Nicolais, presidente Cnr e Adite, Maire Geoghegan–Quinn, Commissario europeo alla Ricerca, innovazione e scienza e Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, università e ricerca.

Al centro dell’incontro il ruolo della ricerca pubblica a favore dell’innovazione e dello sviluppo industriale attraverso i Distretti tecnologici. In particolare, è stata sottolineata l’importanza degli investimenti pubblici per lo sviluppo delle infrastrutture e per la ricerca interdisciplinare, strumenti in grado di attrarre risorse umane e finanziarie e incentivare occupazione e crescita economica. Tra gli ambiti strategici individuati: aerospazio, smart communities, nanotecnologie, Ict, agroalimentare, biotecnologie.

“Per favorire la crescita del Paese occorre insistere nella rete delle eccellenze scientifiche e produttive – ha sottolineato Luigi Nicolais – L’esperienza positiva dei Distretti tecnologici dimostra come sia più agevole favorire la diffusione dell’innovazione nel tessuto produttivo laddove siano attive sinergie con i governi territoriali. In questo senso è auspicabile un maggior coordinamento delle politiche locali e nazionali, nonché l’attivazione di una rete fra i Distretti esistenti e nascenti”.

Anche il commissario europeo Geoghegan–Quinn ha sottolineato come “la ricerca e l’innovazione siano i migliori strumenti di cui disponiamo per rinnovare la nostra economia e affrontare le più importanti sfide del momento, grazie alla collaborazione e all’apporto delle varie competenze ed esperienze. Vogliamo trasformare l’Unione Europea in una ‘Innovation Union’ e l’Italia ha la possibilità di svolgere un ruolo chiave in questo processo. Incoraggio, quindi, anche gli stakeholder italiani a prendervi sempre più parte attiva”

“Una delle priorità dell’azione politica – ha voluto ricordare il minustro Profumo – è quella di avviare una nuova generazione di politiche distrettuali basata su cluster nazionali. Nei prossimi giorni lanceremo un bando per le regioni del Centro-nord con risorse pari a 400 milioni di euro, ma il processo di aggregazione coinvolgerà anche distretti già esistenti nelle regioni del Sud. In questo processo gli atenei e gli enti pubblici di ricerca saranno chiamati a svolgere un ruolo fondamentale, favorendo la domanda pubblica e privata di innovazione”.

Alla tavola rotonda conclusiva hanno preso parte Giorgio Squinzi, presidente in pectore di Confindustria, Marco Mancini presidente Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane) e Andrea Beltratti, presidente di Banca Intesa Sanpaolo. Ha chiuso il convegno Antonio Tajani, vice-presidente della Commissione europea.

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